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WALL STREET CHIUDE IN CALO DI MEZZO PUNTO

Rischio «Grexit», Borse sotto pressione. Milano chiude a -2,4%, Atene -4,68%. Spread oltre 150

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Mercati ancora sotto pressione in avvio di settimana, con il tema Grecia sempre determinante per le decisioni degli investitori dopo l’ennesimo fallimento delle trattative per il salvataggio di Atene nel finesettimana. L’indice Ftse Mib ha infatti chiuso in calo del 2,4%, muovendosi comunque in linea con gli altri listini del Vecchio Continente. Ancora peggio è andata ad Atene, che ha lasciato sul terreno il 4,68% mentre anche Wall Street ha chiuso in ribasso di mezzo punto (segui gli indici in diretta). La tensione si è avvertita pure sullo spread BTp-Bund, che ha toccato 160 punti base prima di ripiegare a quota 150, con il rendimento del decennale italiano al 2,32%. L’euro si è invece sempre mantenuto sopra 1,12 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta).

Nulla di fatto in vista dell’Eurogruppo di giovedì
Cambia la settimana ma non cambia il tema di fondo, con la Grecia che resta al centro dell’attenzione. All’ultimo incontro avvenuto nel finesettimana tra il governo ellenico e i suoi crediti non si è giunti ad alcuna conclusione. Le dichiarazioni di un portavoce dell’Ue indicano che qualche progresso è stato fatto, ma che restano «differenze significative». Dall’altra parte del tavolo il governo greco etichetta le richieste congiunte di Ue, Bce e Fmi come «irrazionali». «La volontà delle parti era quella di giungere alla riunione dell’Eurogruppo di giovedì 18 con un accordo, ma così non sarà», sottolineano in una nota gli analisti di Saxo Bank.

La pazienza residua del mercato
Da più fronti arrivano segnali di stanchezza per la trattativa senza fine: stamani il presidente della Bundesbank e consigliere Bce, Jens Weidmann, ha ammesso che
«il tempo è in esaurimento» ed è ormai diventato difficile capire «tutte le svolte e controsvolte» nei negoziati. In precedenza il ministro dell'economia e vicecancelliere tedesco, Sigmar Gabriel, aveva avvertito che «la pazienza in Europa sta finendo» e che «la paura di un’uscita della Grecia dall’euro non farà sì che si debba accettare qualsiasi cosa». Anche il mercato sembra dare segnali di insofferenza: già da venerdì scorso gli investitori sono tornati a vendere con forza titoli di Stato della «periferia» d’Europa per acquistare invece Bund. Si tratta di un chiaro segnale di avversione al rischio che non si vedeva da tempo.

Draghi: agire molto in fretta, abbiamo tutti gli strumenti per gestire il default
Intanto a Bruxelles nella consueta audizione trimestrale davanti alle commissioni Economia e Affari Monetari del Parlamento europeo da parte, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha rinnovato l’appello alle parti per cercare un accordo «molto in fretta» e ha ricordato che pure in caso di default della Grecia l’Eurotower ha «tutti gli strumenti per gestire la situazione al meglio».

Deludono i dati Usa, mercoledì la Fed sui tassi
Dall’altra parte dell’Atlantico ha invece deluso il dato sulla produzione industriale Usa a maggio (-0,2%), l’indice Empire State delle attività manifatturiere nell’area di New York è scivolato ai minimi dal dicembre 2013. L’appuntamento clou della settimana negli Stati Uniti sarà però la riunione del Fomc, il comitato operativo della Federal Reserve, che si concluderà mercoledì prossimo. Non si attendono mosse sui tassi di interesse, che resteranno ai minimi storici, ma indicazioni sullo stato dell’economia Usa e sulla tempistica di un futuro rialzo del costo del denaro.

Banche pesanti a Piazza Affari, Mps cede anche dopo l’aumento
Sul listino milanese le vendite sono per il momento diffuse e generalizzate. Spicca il -4,2% di Mps nella prima seduta post-aumento di capitale, in un contesto comunque penalizzante anche per gli altri titoli del settore finanziario. Nelle tre settimane di aumento le azioni della banca senese avevano già ceduto circa il 6,5 per cento.

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