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Ferrari deposita i documenti per l’Ipo: si quoterà a New…

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Ferrari deposita i documenti per l’Ipo: si quoterà a New York, sede fiscale in Italia

Il momento del debutto di Ferrari in Borsa è arrivato. L’iter per la quotazione della società, controllata del gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca), è entrato nel vivo: è stata, infatti, depositata presso la Securities and Exchange Commission (Sec) la documentazione per l’Ipo a Wall Street delle azioni ordinarie Ferrari.

I dettagli dell’operazione non sono ancora stati determinati, spiega la società. Non è, quindi, ancora noto l’esatto numero di azioni ordinarie oggetto dell’offerta e il range di prezzo dell’operazione, anche se si sa già che non andrà sul New York Stock Exchange oltre il 10% del capitale sociale di Ferrari. Inoltre Sergio Marchionne, numero uno di Fca, è stato chiaro: si aspetta «non meno di 10 miliardi di euro» come valutazione della scuderia di Maranello a Wall Street. Il valore massimo «dipende dal mercato», ma come parte bassa della forchetta la cifra dovrebbe essere quella.

La scelta di quotare la società a Wall Street potrebbe rientrare nella strategia di rilanciare il marchio a livello internazionale. La casa automobilistica, che ha vinto in assoluto più di tutte le altre in Formula 1, ha perso infatti quest’anno il primato come valore del brand secondo la classifica stilata da Brand Finance. Il marchio Ferrari è scende dal primo all’ottavo posto, nonostante il valore sia aumentato del 18% in un anno, raggiungendo i 4,74 miliardi di dollari. A pesare sulle valutazioni probabilmente anche le ultime stagioni poco fortunate sulle piste di Formula 1.

Ora l’operazione finanziaria della quotazione dovrebbe ridare visibilità al marchio. I tempi non sono ancora noti per il debutto in Borsa. La Sec dovrà dare il suo via libera al prospetto. A inizio giugno lo stesso amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne aveva spiegato che «tecnicamente, per piazzare il 10% di Ferrari dovremmo aspettare fino al 12 ottobre, un anno dalla fusione Fiat-Chrysler» per poi precisare che ciò «non vuol dire che l’operazione non possa essere fatta prima, ma per il closing bisogna aspettare quella data».

In ogni caso, nonostante la scelta della piazza di New York per la quotazione, il gruppo aveva precisato a inizio luglio che «la separazione di Ferrari da Fca non comporta e non comporterà il cambiamento della residenza fiscale di Ferrari S.p.A. che continuerà infatti ad avere nazionalità e residenza fiscale italiane e pagherà le tasse sui propri redditi come fanno oggi tutte le società fiscalmente residenti in Italia». Tanto che proprio nel prospetto informativo non è esclusa una successiva quotazione anche a Piazza affari.

All’operazione stanno lavorando Ubs Investment Bank, Bofa Merrill Lynch e Banco Santander in qualità di joint bookrunners dell’offerta, mentre Ubs Investment Bank svolge il ruolo di global cooordinator.

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