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la giornata sui mercati

La svalutazione cinese manda in rosso le Borse e fa cadere il petrolio. Giù i titoli del lusso, Wall Street negativa

La mossa della Banca centrale cinese sullo yuan (con il deprezzamento del 2% sul dollaro, il maggiore dal 1994) ha mandato in rosso le Borse europee e anche Wall Street nonostante l’accordo tecnico tra Grecia e creditori sugli obiettivi di bilancio al 2018. In più, a pesare sui listini, l'indice tedesco Zew, sceso ad agosto oltre le attese. A Wall Street il Dow Jones ha terminato le contrattazioni in ribasso dell'1,2% a 17.402,98. In discesa anche il Nasdaq, -1,27% a quota 5.036,79.

I timori sullo stato dell'economia di Pechino, che nei giorni scorsi aveva pubblicato statistiche su export e import in netto calo, hanno preoccupato gli investitori con effetti che hanno interessato anche i prezzi delle materie prime.

A New York il prezzo del petrolio ha chiuso in forte calo, per il timore di una discesa della domanda cinese e dopo che l'Opec ha stimato in rialzo la produzione petrolifera Usa. La svalutazione dello yuan renderà più competitive le esportazioni cinesi ma, al tempo stesso, farà salire il dollaro rendendo più dispendioso l'acquisto di petrolio in Cina. A New York il Light crude Wti arretra di 1,88 dollari a 43,08 dollari, dopo un minimo di 42,69 dollari e il Brent va giù di 1,32 dollari a 49,03 dollari, dopo un minimo di 48,61 dollari.

A fine seduta Francoforte è stata la peggiore con una contrazione dell'indice Dax30 del 2,75% a causa soprattutto del tonfo del settore auto molto esposto sui mercati asiatici (-5% Daimler, -4% Bmw). Milano ha limitato i danni a un -1,12% del Ftse Mib che ha chiuso sui minimi. Evidente la flessione del lusso che ha nella Cina l'area a forte potenziale di crescita: -5,5% Ferragamo, -3,2% Moncler e Tod's.

In calo anche i titoli delle società più esposte verso il dollaro complice l'indebolimento del biglietto verde nei confronti della moneta unica europea: l'euro/dollaro segna 1,1062 (1,098 ieri sera) nel timore che la svalutazione dello yuan allontani il rialzo dei tassi Fed.

Male i titoli del lusso
La svalutazione dello yuan, con il conseguente calo del potere d'acquisto dei cinesi, ha penalizzato la moda in tutta Europa: a Milano le peggiori sono state Ferragamo, Tod's e Moncler. Sul Cac 40 d Parigi, pesante Lvmh. A Londra venduto Burberry. Per tornare a Milano, Finmeccanica ha scontato sconta la bocciatura di Goldman Sachs, mentre in cima al listino hanno spiccato Saipem e ancora volta Mps. Sul resto della Borsa brillano Zucchi con acquirenti in vista per la controllata Mascioni e ancora Saras.

In calo l’indice Zwe tedesco sulla fiducia delle imprese tedesche
Corrente di vendite nei mercati azionari anche dopo la diffusione dell'indice Zew tedesco sulla fiducia delle imprese tedesche a sorpresa in calo. Fiducia in netto calo, infatti, tra gli investitori tedeschi, dove il clima continua a risentire delle incertezze geopolitiche. L'indice è sceso di 4,7 punti a quota 25: si tratta del valore più basso dal novembre del 2014. Si tratta del quinto calo consecutivo anche se per questo mese gli analisti avevano previsto un rimbalzo. «Il motore economico tedesco - ha affermato il presidente dell'istituto Zew, Clemens Fuest - sta ancora girando bene. Ad ogni modo, con le attuali circostanze geopolitiche e globali, un sostanziale miglioramento della situazione economica tedesca nel medio periodo appare improbabile. Ecco perchè l’indice è calato».

Rally ad Atene
La Borsa di Atene, intanto, ha festeggiato l'accordo tecnico raggiunto dal governo di Atene con i creditori sui nuovi aiuti per totali 85 miliardi in tre anni e ha chiuso la giornata in rialzo di oltre il 2%. La riunione dell'Eurogruppo di venerdì sarà l'occasione per approvare formalmente l'intesa. L'indice di riferimento della Borsa ateniese sostenuto dai bancari ha potuto così ignorare le turbolenze dei mercati azionari internazionali innescati dalla svalutazione dello yuan e ha terminato le negoziazioni in rialzo del 2,14%. In evidenza soprattutto il settore bancario con il balzo del 6,3% di Eurobank e del 5% di National Bank of Greece.

Le piazze asiatiche rallentano dopo la mossa della Banca centrale cinese
La svalutazione dello yuan da parte della Banca centrale cinese ha fatto invertire rotta al listino di Tokyo (-0,42%) in chiusura). La Borsa di Sydney perde lo 0,65%. In deciso calo Singapore (-1,01%) e Taiwan (-0,86%). A Bombay, la Borsa perde lo 0,45%.

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