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Alitalia, Cassano si dimette Montezemolo prende la guida

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Trasporto aereo

Alitalia, Cassano si dimette Montezemolo prende la guida

  • –di G.D.

È già saltato il primo amministratore delegato della nuova Alitalia targata Etihad. Silvano Cassano si è dimesso ieri, a meno di nove mesi dall'avvio dell'attività. Bruciato con una rapidità superiore persino alle consuetudini delle precedenti gestioni, sia pubblica sia quella privata dei Capitani coraggiosi.

Le improvvise dimissioni di Cassano, annunciate ieri mattina da Alitalia dopo le anticipazioni di Rainews 24, sono dovute ufficialmente a «motivi personali», secondo una nota del cda. Cassano non ha fatto dichiarazioni. Ma l'addio probabilmente è da mettere in relazione alle difficoltà della compagnia, dai conti in rosso alla mancanza di rilancio industriale e strategico.

Freddo il saluto di Alitalia: «Il cda ringrazia il dottor Cassano per il suo impegno e contributo nel guidare Alitalia nella prima fase del piano di trasformazione e sviluppo del business». Il cda «ha assegnato i poteri al presidente Luca Cordero di Montezemolo fino alla designazione del nuovo amministratore delegato».

Nel primo trimestre Alitalia Sai ha dichiarato una perdita operativa di 202,4 milioni di euro e una perdita prima delle tasse di 196,7 milioni: è solo grazie a una plusvalenza di 94,1 milioni, realizzata con la vendita a Etihad del 75% della società del Mille Miglia, che la perdita netta di Alitalia nel trimestre è stata contenuta a 101,18 milioni. Dopo le dimissioni di Cassano, il cda Alitalia ha esaminato i conti semestrali. Il comunicato dice che nel secondo trimestre la perdita è stata «di soli 30 milioni» , per cui «il primo semestre registra un risultato netto di -130 milioni» (cioè una perdita)«e in lieve miglioramento rispetto al budget».

Il piano industriale prevede una perdita netta di 203 milioni per tutto quest'anno e una perdita operativa di 160 milioni. L'utile netto dovrebbe arrivare nel 2017. Ma i risultati sarebbero al di sotto delle aspettative.

Cassano, che ha presentato le dimissioni al cda nel quale era presente James Hogan, l'a.d. australiano di Etihad che lo ha voluto nell'incarico, pagherebbe queste difficoltà. È risaputo tuttavia che il ruolo forte nella gestione è degli uomini di Etihad, tra cui spicca lo scozzese Duncan Naysmith, direttore finanziario di Alitalia. Cassano aveva potere di firma limitato a 15 milioni per gli acquisti o 50 milioni per il carburante, oltre queste soglie occorreva anche la firma di Naysmith.

In questi mesi sarebbero emerse divergenze, i rapporti di Cassano con il presidente Montezemolo non sarebbero stati idilliaci. Cassano è stato consulente di Hogan per il piano Alitalia prima che la compagnia degli Emirati Arabi impegnasse 560 milioni di euro per avere il 49% di Alitalia e diventarne il socio forte. Si racconta però anche di una insoddisfazione di Hogan, la cui posizione ad Abu Dhabi, a causa di questi risultati, non sarebbe più inattaccabile.

La tensione è salita dopo l'incendio del 7 maggio a Fiumicino e le limitazioni per oltre due mesi allo scalo. A fine luglio Cassano ha detto che Alitalia ha subìto danni per 80 milioni per l'incendio di Fiumicino e ha sollecitato la società Aeroporti di Roma a fare investimenti altrimenti - ha detto - potrebbe lasciare lo scalo. Questo ha innescato una polemica con Aeroporti di Roma (AdR), controllata dai Benetton, che sono tra i principali azionisti italiani di Alitalia. Peraltro una posizione di potenziale conflitto d'interesse.
«Passeremo ora alla prossima fase della nostra strategia di trasformazione del business con una nuova guida», ha detto Montezemolo. «Molto lavoro dovrà ancora essere fatto per raggiungere un successo duraturo», ha scritto ai 12mila dipendenti. «Le competenze per la gestione ordinaria del business ha detto Montezemolo - saranno ripartite ad interim tra il Chief Operations officer di Alitalia Giancarlo Schisano e il Chief financial officer, Duncan Naysmith, che riporteranno a me fino alla designazione del nuovo amministratore delegato».

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