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verso lo sbarco a wall street

Marchionne: Ferrari grande marchio, ho scelto io il simbolo “Race”

WASHINGTON - «Il simbolo Race l'ho scelto io, perché Red non era disponibile». Ed è «uno dei punti forti del marketing». Su Ferrari - che nei prossimi giorni sbarcherà a Wall Street appunto sotto il ticker Race, corsa - «non ci sbagliamo, è un grandissimo marchio».

Sergio Marchionne è arrivato ieri sera al Gala del Niaf, l'influente associazione degli italo-americani giunta al traguardo del 40esimo anniversario, per ritirare un premio, lo Special Achievement Award in International Business. E nel discorso di accettazione - dopo aver scherzato sulla sua tradizionale “divisa” con maglione nero circondata da smoking (la propone quale «esempio di un nuovo stile internazionale») - celebra la Fiat Chrysler Automobiles come «l'unione del meglio di due culture».

Ma le prossime sfide e appuntamenti del gruppo colorano la serata. Un altro premiato dalla National Italian American Foundation, il finanziere Mario Gabelli, fondatore di Gamco, promette con una battuta di comprare «un titolo di Ferrari». E Marchionne, a margine del Gala, commenta anche sulle ragioni di una combinazione con General Motors, sugli accordi con il sindacato americano e sull'Italia.

Standard & Poor's giudica improbabile una fusione Fca-Gm per i costi di realizzazione? «Con tutto il dovuto rispetto, non capiscono di auto». L'Italia? «Qui c'è un'Italia che funziona». La legge di stabilità «non l'ho studiata ma credo si stiano facendo passi avanti. La direzione è quella giusta». E, riferendosi implicitamente a Matteo Renzi: «Lasciamolo lavorare questo povero Cristo, lasciamolo davvero lavorare».

Infine il contratto di lavoro americano, che era stato bocciato dai dipendenti in una prima stesura: «Bisogna aspettare che finiscano di votare. Ritengo che Dennis Williams (il segretario generale del sindacato Uaw, ndr) e la sua squadra stiano facendo quello che è necessario, cioè spiegare il contenuto del contratto. Siamo andati anche oltre le nostre aspettative nell'ultima versione. Non abbiamo avuto minacce di sciopero e credo il sindacato riconosca lo sforzo che è stato fatto».

La serata di gala ha riempito la gigantesca ballroom del Marriot Wardman, nel cuore della capitale, con 1.600 invitati. Tra questi, accanto ai premiati, spiccano il giudice della Corte Suprema Samuel Alito, la conduttrice e giornalista della rete televisiva Fox Maria Bartiromo e l'attore Chaz Palmentieri. In passato gli ospiti d'onore hanno compreso anche presidenti e politici, da Ronald Reagan a Bill Clinton, che ha presenziato sei volte, dal primo Speaker italo-americano della Camera, Nancy Pelosi, alla dinastia dei Cuomo.
Marchionne, dal podio, dice ai convenuti di «apprezzare profondamente» il riconoscimento che gli è stato tributato. Ma, con Gm che ha finora respinto le sue avance, un nuovo grande merger è forse il premio che ancora gli preme e gli sfugge.

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