Finanza & Mercati

Draghi: pronti ad agire se l’inflazione non riparte

  • Abbonati
  • Accedi
il presidente della bce al parlamento europeo

Draghi: pronti ad agire se l’inflazione non riparte

FRANCOFORTE - Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha ripetuto ancora una volta questa mattina, in una audizione al Parlamento europeo, che alla prossima riunione del 3 dicembre, il consiglio esaminerà nuovamente la politica monetaria. Un'affermazione che i mercati hanno interpretato come un segnale che la Bce si prepara a rafforzare lo stimolo monetario, in particolare attraverso gli acquisti di titoli, il cosiddetto Qe.

Draghi ha sostenuto che si tratta di uno strumento «particolarmente potente e flessibile» e ha anche ricordato di aver detto in altre occasioni che fra le possibilità a disposizione della banca c'è l'allungamento del programma di acquisti oltre il settembre del 2016. Ha anche ripetuto che le modifiche possono riguardare anche le dimensioni degli acquisti (oggi di 60 miliardi di euro al mese) e la loro composizione. Ha poi aggiunto che la Bce ha a disposizione altri strumenti, che non ha specificato. Non ha citato un possibile taglio del tasso sui depositi delle banche presso la Bce stessa, già oggi in territorio negativo a -0,20%, una misura che aveva menzionato recentemente in varie occasioni e che i mercati finanziari ritengono che possa essere adottata insieme al rafforzamento del Qe.

Il presidente della Bce ha rilevato che le attese che il tasso d'inflazione possa “normalizzarsi”, nel senso di avvicinarsi all'obiettivo di essere sotto, ma vicino al 2%, sono oggi inferiori al marzo scorso, quando la banca ha dato il via al Qe. Insieme alla osservazione che uno degli input principali nella decisione di dicembre saranno le nuove previsioni dello staff della Bce (che si prevede ritoccheranno al ribasso le stime sia dell'inflazione, sia della crescita nell'eurozona), le parole di Draghi sono state lette dai mercati come un via libera all'azione al prossimo consiglio. Analoghi commenti erano venuti in questi giorni da altri membri del comitato esecutivo, come il vecepresidente Vitor Constancio e Benoit Coeuré, anche se la Bce vuole evitare di offrire l'impressione che la decisione sia già stata presa, a fronte della riluttanza di qualche componente del consiglio. In questo senso si è espresso per esempio il governatore della Banca centrale estone, Arno Hansson, il quale ha sostenuto che la Bce deve dar più tempo alle misure già attuate. Sulla stessa linea il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.

La ripresa in Europa è lenta e graduale, ha detto Draghi, ma più resistente del previsto all'indebolimento della domanda estera per le esportazioni dell'eurozona. La crescita, ha affermato, è sostenuta dai consumi e, in misura crescente, dagli investimenti.

© Riproduzione riservata