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Borse europee in altalena. Il rimbalzo del petrolio non basta

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la giornata sui mercati

Borse europee in altalena. Il rimbalzo del petrolio non basta

Giornata all’insegna dell’incertezza e della volatilità per i mercati azionari europei, colpiti duro nella seduta precedente da una serie di fattori che includono l’attesa per le mosse della Federal Reserve sui tassi Usa e il preoccupante crollo dei prezzi del petrolio. L'indice Ftse Mib ha continuato a oscillare attorno alla parità per chiudere poi in flessione dello 0,17%, in linea con agli altri listini del Vecchio Continente. Chiusura in calo anche per Wall Street: a fine seduta il Dow Jones ha perso lo 0,42%, il Nasdaq l'1,48 per cento (qui tutti gli indici di Borsa). Lo spread BTp-Bund si è ridotto a 97 punti base, con il rendimento del decennale italiano all'1,58%. L’euro si è rafforzato sopra 1,09 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta). Riprende quota il petrolio, con il greggio Wti a poco più di 38 dollari al barile e il Brent sopra 40 dollari.

Nowotny (Bce): la decisione di giovedì scorso è stata «corretta»
Pochi i dati macroeconomici in programma quest’oggi in grado di dare una nuova sterzata ai mercati. È tornato a parlare un membro della Bce, l’austriaco Ewald Nowotny, che però ha confermato che la decisione adottata dal board giovedì scorso è stata «corretta», mentre le aspettative del mercato erano «assurde». Sul fronte delle aste pubbliche la Germania ha collocato 2,5 miliardi di Schatz (a due anni) a un tasso sempre negativo, ma superiore rispetto a quello del mese precedente (-0,32% rispetto a -0,38%). Sul mercato anche Spagna e Grecia, entrambe su scadenze ridotte e inferiori ai 12 mesi. Berlino non ha avuto difficoltà a piazzare i propri bond a tassi sotto zero, anche perché nel frattempo giungevano a maturazione titoli per ben 14 miliardi, la lieve risalita è legata anche in questo caso alla «delusione» del mercato per l’esito del board Bce. Nel pomeriggio il Tesoro Usa offrirà titoli a 10 anni (21 miliardi di dollari).

Il petrolio e i (possibili) riflessi su inflazione e Bce
Sempre negli Usa non sono oggi previsti interventi di consiglieri Fed in grado di dare qualche indicazione sull’ormai attesissimo appuntamento della prossima settimana (la decisione sui tassi di interesse arriverà mercoledì sera), qualche attenzione in chiave petrolio potrebbero meritarla i dati settimanali sulle scorte di prodotti petroliferi Usa.Da notare, sempre in relazione alla marcata riduzione dei prezzi delle materie prime, che non si sono fino a questo momento sentiti effetti sulle aspettative a lungo termine sull’inflazione, gli indicatori che la Bce tiene di solito sotto controllo per calibrare la propria politica monetaria. «Se il petrolio dovesse scendere ancora - avvertono però da UniCredit - ci attendiamo che le attese sull’inflazione e i rendimenti nominali dei titoli di Stato possano finire ulteriormente sotto pressione».

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