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Il petrolio affossa le Borse, Milano chiude a -1,8%. In una…

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la giornata dei mercati

Il petrolio affossa le Borse, Milano chiude a -1,8%. In una settimana perso il 7% Wall Street, Dow Jones giù di 300 punti

Le Borse europee hanno accentuato i ribassi nel finale e hanno chiuso in netto calo. La caduta del prezzo del petrolio (-10% in una settimana) e la delusione per il potenziamento a metà del Qe annunciato il 3 dicembre dalla Bce, continuano a pesare sui listini europei che nell’ultima settimana hanno perso sette punti percentuali.

Secondo l’International Energy Agency il surplus di petrolio a livello globale durerà almeno per tutto il 2016 dato che l’Opec non sembra smuoversi dal modificare l’attuale livello di produzione.

Piazza Affari ha chiuso con un calo dell’1,84%, in linea con gli altri principali indicatori europei. Pesano i ribassi dei titoli bancari ed energetici. Realizzi anche su Finmeccanica. Il listino milanese resta debole nonostante i buoni dati macro. Accelera infatti la produzione industriale a ottobre. L'Istat rileva aumenti dello 0,5% rispetto a settembre e del 2,9% rispetto a ottobre 2014. Lo scorso mese gli incrementi erano stati rispettivamente dello 0,2% e dell'1,8%. Sono in crescita congiunturale tutti i raggruppamenti principali di industrie tranne l'energia (-0,7%).

Venerdì pesante anche per Wall Street, col Dow Jones che perde 300 punti sotto il peso del crollo del prezzo del petrolio e quello delle attese per la decisione sui tassi della Fed. La giornata si chiude col Dj che cede l'1,77% a 17.263,74 punti, il Nasdaq il 2,21% a 4.933,47 punti, e l'indice S&P500 l'1,94% a 2.102,33 punti.

Da venerdì scorso, quando l'Opec ha deciso di lasciare invariata la produzione, il greggio ha perso quasi il 10%. Il quadro macroeconomico odierno non basta a sostenere i listini: le vendite al dettaglio a novembre hanno messo a segno l'incremento maggiore dallo scorso luglio e i prezzi alla produzione il mese scorso sono saliti al passo piu' rapido da giugno. I due dati confermano l'approccio della Federal Reserve, pronta ad alzare i tassi di interesse nella riunione della settimana prossima.

Sul mercato obbligazionario lo spread BTp-Bund viaggia in area 95 punti. Stabile, poco sotto 1,10 l’euro sul dollaro. Lo yuan scivola ai minimi degli ultimi quattro anni e mezzo dopo essere stato tagliato lunedì dalla People’s Bank of China.

Con la riapertura odierna dei Bot a 12 mesi in asta ieri, e tenuto conto dell'annunciata cancellazione dei collocamenti a medio lungo di metà mese, si chiude la raccolta del Tesoro sul mercato primario per quest'anno (le aste di fine dicembre avranno regolamento già sul 2016). Al netto della riapertura odierna (che prevede un'offerta supplementare di 550 milioni a fronte dei 5,5 miliardi di buoni assegnati ieri), nel corso del 2015 il Tesoro ha collocato bond sul mercato per la cifra complessiva di circa 401 miliardi, secondo calcoli Reuters. Ieri intanto chiusura prevalentemente positiva ma sotto i massimi per i Btp: il tasso decennale riparte stamane dall'1,56%, lo spread su Bund da 99 punti base.

Il governo cerca soluzioni, nell'ambito delle regole Ue, per dare forme di “ristoro” ai detentori di obbligazioni subordinate che hanno perso soldi con il salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti, che ha comportato l'azzeramento di 788 milioni di bond subordinati e di tutte le azioni delle quattro banche. Lo ha dichiarato ieri Renzi. Stamane il Messaggero parla dell'ipotesi di istituire un fondo decennale per il risarcimento dei risparmiatori, mentre il Sole della possibilità di analizzare situazioni caso per caso.

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