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Borse in recupero: Piazza Affari chiude a +1,51%. Bene le…

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LA GIORNATA DEI MERCATI

Borse in recupero: Piazza Affari chiude a +1,51%. Bene le banche

Andamento titoli
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Dopo un avvio in pesante ribasso in scia al crollo dei mercati asiatici (-6,42% Shanghai e -2,35% di Tokyo) i mercati azionari europei riducono le perdite con il passare delle ore per passare in positivo a metà giornata (qui l’andamento degli indici). Le oscillazioni dei listini sono andate di pari passo con quelle del petrolio che, dopo un avvio in calo sotto i 30 dollari al barile, ha recuperato terreno (qui le quotazioni di Brent e Wti). Particolarmente positiva la chiusura di Piazza Affari: +1,51% a 18.923,83 punti per il FTSE MIB.

Dopo una partenza in profondo rosso, riprende quota il comparto bancario (qui l’andamento di giornata dell’indice Ftse Italia Banche) con l’eccezione di Banca Mps. Scivola invece Generali dopo l’anticipazione del Sole 24 Ore sull’uscita dell’amministratore delegato Mario Greco. Giù anche Saipem mentre prosegue l’aumento di capitale. Gli acquisti si sono concentrati sul settore bancario. Lo stop dell'a.d. di Bpm, Giuseppe Castagna, a una fusione a tre con Ubi e Mps hanno spinto le quotazioni delle due popolari che hanno guadagnato rispettivamente il 2,54% e l'8,56% mentre hanno penalizzato l'sitituto senese.

Parigi, Londra e Francoforte hanno guadagnato fra il mezzo punto e il punto percentuale.

Il recupero del petrolio è legato alle speranze di un accordo in seno all’Opec, il cartello dei Paesi produttori, per un taglio della produzione che metta un argine al collasso dei prezzi. Speranze alimentate dalle dichiarazioni del ministro iracheno del petrolio Adel Abdul Mahdi circa la «flessibilità» di Russia e Arabia Saudita riguardo un possibile accordo.

Il calo del greggio, che fino a qualche mese fa veniva giudicato positivo per le sorti dell’Europa, dato il suo status di importatore, ora viene giudicato negativamente. Gli investitori evidentemente preferiscono guardare il bicchiere mezzo vuoto di una domanda di carburanti stagnante (segnale di un’economia globale in rallentamento) che quello pieno di una bolletta energetica meno cara per famiglie e imprese.

Il risultato è che l’andamento del prezzo del petrolio e quello delle Borse mondiali in questa fase risulta estremamente correlato. Nel bene e nel male. E così se questa mattina le Borse hanno perso pesantemente terreno in scia allo sfondamento al ribasso di quota 30 dollari del greggio il successivo riposizionamento oltre questa soglia ha permesso agli indici di recuperare il terreno perso.

Grazie allo scudo del Quantitative easing i rendimenti dei principali titoli governativi sono in calo (qui l’andamento dei principali tassi decennali) anche se gli investitori, in questa fase di avversione al rischio, preferiscono i Bund ai BTp come dimostra la risalita del differenziale Italia-Germania (qui il grafico di giornata dello spread).

Oggi il ministero dell'Economia ha assegnato Ctz e Btp indicizzati per complessivi 2,5 miliardi di euro. In particolare, sono stati collocati 1,5 miliardi di Ctz a un rendimento pari a -0,118%, 478 milioni di Btp indicizzati decennali allo 0,66% e 522 milioni di Btp indicizzati a 15 anni allo 0,83 per cento.

Continua l’appezzamento dell’oro che, in questa fase di estrema avversione al rischio, ha riscoperto il suo ruolo di bene rifugio (qui le quotazioni dell’oro in dollari ed euro).

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