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La Fed lascia i tassi invariati. «L’economia Usa ha…

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La Fed lascia i tassi invariati. «L’economia Usa ha rallentato»

NEW YORK - Ferma sui tassi di interesse, ma non sull'outlook, che diventa più prudente. La Federal Reserve ha lasciato oggi invariato il costo del denaro e mantenendo aperte le opzioni per le sue mosse future. Ha indicato, in una decisione all'unanimità, che in particolare «monitorerà attentamente gli sviluppi economici e finanziari globali e le loro implicazioni per il mercato del lavoro, l'inflazione e l'equilibrio dei rischi».

La Banca centrale guidata da Janet Yellen, insomma, non esclude una nuova stretta fin dal prossimo vertice di marzo, ma neppure la garantisce. E se rimane ad oggi l'attesa in tutto di quattro rialzi dei tassi entro l'anno la scelta dipenderà, ha riaffermato, «dall'outlook economico».

La Fed aveva avviato la prima stretta di politica monetaria in quasi dieci anni al meeting di dicembre, giudicando l'economia americana in grado di reggere davanti ad una strategia di graduali rialzi dei tassi di interesse. Aveva lasciato capire di avere in programma fino a quattro mini-strette di un quarto di punto ciascuna entro fino 2016.

I vertici della Banca centrale considerano l'espansione moderata, grazie all'andamento dei consumi e rafforzamenti del mercato del lavoro. E l'inflazione, per quanto troppo bassa, eventualmente avviata verso il target ideale del 2% una volta svaniti fattori temporanei quali la caduta dei prezzi dell'energia. Una delle ragioni chiave per cercare di normalizzare i tassi e' oltretutto la conquista di nuovi spazi di manovra per un ribasso nel caso di future crisi.

Ma gli stessi discorsi degli esponenti della Fed di recente hanno alternato riaffermazioni di quella strategia a preoccupazioni per i segni di nuovi indebolimenti dell'inflazione, dell'economia e dei mercati. Le piazze finanziarie, irrequiete per le incognite, hanno mostrato estrema volatilità. E i dati sull'espansione hanno tradito fragilita', oltre che nel settore energetico e manifatturiero, nei consumi che rappresentano oltre due terzi del Pil e che sono stati deludenti durante la cruciale stagione di fine anno. La stagione dei bilanci trimestrali delle imprese americane ha a sua volta evidenziato pressioni sulle performance, fino alla delusione del investitori, tra ieri sera e oggi, per i conti e l'outlook di Apple abituata al contrario a stupire in positivo.

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