Finanza & Mercati

Delude il Pil Usa e le Borse puntano su un rinvio dei rialzi Fed. Milano…

  • Abbonati
  • Accedi
la giornata sui mercati

Delude il Pil Usa e le Borse puntano su un rinvio dei rialzi Fed. Milano +2,57%. Corre anche Wall Street

Andamento titoli
Vedi altro

Giornata di rialzi per i mercati azionari europei, sostenuti da Wall Street e dalla nuova mossa espansiva a sorpresa della Banca del Giappone. Nel pomeriggio il deludente dato sul Pil americano nell’ultimo trimestre del 2015 (solo +0,7% annualizzato) ha dato fiato ai listini, che sperano in un ritmo di rialzi dei tassi Fed più lento del previsto a causa del rallentamento dell’economia. Così l’indice FTSE MIB ha accelerato nel pomeriggio e chiuso in rialzo del 2,57 per cento. Tra i titoli, spicca la volatilità di Banca Mps, passata da forti rialzi e repentini ribassi dopo i conti di bilancio (ha chiuso in rialzo dello 0,76%). Brillano Bpm e Banco Popolare, la cui ipotesi di fusione appare sempre più concreta.

Bene anche gli altri listini del Vecchio Continente (qui gli indici), con progressi di oltre un punto percentuale. In precedenza Tokyo ha guadagnato il 2,8% dopo il taglio dei tassi sui depositi. Poco mosso lo spread BTp-Bund a 109 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,45%. L’euro oscilla attorno 1,09 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta).

Wall Street ha poi esteso i guadagni spingendosi fino al +2,5% sul Dow e sullo S&P500. Brillano Microsoft, che avanza del 5,2% grazie a un'ottima trimestrale, e Xerox, che sale del 5,7% dopo aver annunciato la divisione in due società quotate separate su pressione dell'investitore Carl Icahn. Accoglienza negativa, invece, per i conti di Amazon, giù dell'8,7 per cento.

Così le banche centrali rispondono alla bufera sui mercati
Tagliando a -0,1% (dal precedente 0,1%) il tasso applicato sui depositi in eccesso che gli istituti di credito nipponici lasciano in giacenza presso di lei, la Banca del Giappone si è idealmente unità a tutte le altre Banche centrali (non ultima la Bce) che praticano tassi negativi nel tentativo di sfuggire alla minaccia dell'inflazione. La mossa - non del tutto attesa dai mercati, che comunque puntavano a nuove misure espansive anche se di tipo differente - ha avuto impatto immediato sulla Borsa di Tokyo, sugli altri listini asiatici (anche Shanghai ha guadagnato il 3,2%) e ha indebolito lo yen.

Più in generale, dato che giunge al termine di 10 giorni in cui la Bce si è espressa in termini espansivi e la Federal Reserve Usa non ha ancora sciolto il nodo su future misure restrittive, potrebbe dare al mercato il chiaro segnale della volontà delle Banche centrali di arginare la deriva dei listini finanziari in questo avvio di anno così turbolento. «Questa mossa - conferma Luke Bartholomew di Aberdeen Asset Management - porta nuova linfa al tema della divergenza sulle politiche monetarie, anche perché arriva dopo che Draghi ha lasciato intendere che la Bce potrebbe fare qualcosa in più. Adesso la palla torna nel campo della Federal Reserve, che si chiederà se sia possibile procedere con i previsti 3 o 4 rialzi nel corso dell’anno: vedremo se Draghi e Yellen faranno seguire i fatti alle parole».

Giù i rendimenti, Bund ai livelli di fine aprile
Altra conseguenza della sforbiciata BoJ è un generale arretramento dei rendimenti obbligazionari. Ovvio il calo dei titoli di Stato nipponici, ma anche il decennale Usa è sceso all’1,95% e il Bund allo 0,36%, cioè ai minimi da 9 mesi. Il tutto in attesa dei dati sulla crescita Usa (ore 14.30), che dovrebbe aver registrato una battuta d’arresto negli ultimi 3 mesi del 2015 (gli analisti si attendono un +0,7% annualizzato da +2%) a causa della correzione delle scorte, del rallentamento dei consumi e degli investimenti immobiliari. La Spagna intanto ha registrato una crescita dello 0,8% nell’ultimo trimestre e del 3,5% nell’intero 2015, mentre la Francia è avanzata appena dello 0,2% (da +0,3%).

L’inflazione rialza la testa, ma è un fuoco di paglia
Non ha mosso più di tanto invece il mercato la stima flash sull’inflazione dell’Eurozona, che a gennaio ha accelerato a +0,4% da +0,2% ma soltanto per un effetto base favorevole: gli analisti si attendono infatti una nuova frenata nei mesi successivi che potrebbe favorire un atteggiamento più espansivo da parte dell’Eurotower. In calo dello 0,2% le vendite al dettaglio tedesche di dicembre, infine a gennaio l’inflazione francese ha segnato un -1% legato soprattutto al calo del petrolio (+0,2% su base annua).

Minimi storici per lo Schatz, con un occhio alla Bce
Sulle scadenze più brevi l’impatto è ancora più marcato: il titolo a 2 anni tedesco (Schatz) è sceso a -0,47% registrando così il valore più basso della sua storia. A picco anche i tassi folandesi (-0,45%) e francesi (-0,40%): un chiaro segnale delle attese per un’ulteriore sforbiciata sui tassi dei depositi (da -0,3% a -0,4%) da parte della Bce nella prossima riunione del 10 marzo. Una mossa che sembra ancora più probabile dopo il rallentamento della massa monetaria M3 registrato a dicembre (+4,7%).

© Riproduzione riservata