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Borsa, l’Europa rimbalza: Piazza Affari +5%, Wall…

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la giornata dei mercati

Borsa, l’Europa rimbalza: Piazza Affari +5%, Wall Street contrastata

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Dopo una striscia pesantemente negativa che dura da ben sette sedute arriva il tanto atteso “rimbalzo” per le Borse europee che oggi chiudonotutte in forte rialzo (qui l’andamento degli indici): Milano mette a segno la performance migliore con una crescita del 5% del FTSE MIB. Gli indici europei ignorano il pesante tonfo alla Borsa di Tokyo, mentre Wall Street chiude contrastata: il Dow Jones perde lo 0,62% a 15.914,53 punti, il Nasdaq sale dello 0,35% a 4.283,59 punti mentre lo S&P 500 è invariato a 1.851,7 punti

Beneficiano dell’inversione di rotta soprattutto i settori che in queste settimane hanno perso di più. In particolare le banche (qui il grafico dell’indice Stoxx europeo di settore), le assicurazioni e l’intero comparto finanziario. Non sorprende che a correre di più tra le piazze europee sia Milano Affari vista la nutrita compagine dei finanziari il cui peso sulla capitalizzazione del listino è del 35 per cento.

Registrano forti rialzi le azioni di Unicredit (+10%), Intesa Sanpaolo (+14,4%), Bpm (+9,4%) e Poste Italiane (+9,38%). Nel resto d’Europa corre in particolare il titolo Deutsche Bank (+10%). Anche le azioni della banca tedesca in questi giorni sono state pesantemente bersagliate dai ribassisti che hanno liquidato grosse posizioni anche sui titoli obbligazionari.

C’era molta attesa per le parole che il presidente della Fed, Janet Yellen, avrebbe pronunciato in serata al congresso Usa: «Il difficile contesto finanziario internazionale mette a rischio la crescita negli Stati Uniti» si legge nel testo del discorso. Nel testo si legge inoltre che le aspettative di inflazione si sono notevolmente ridimensionate e che se una serie di condizioni finanziarie come «i ribassi sui mercati azionari, il rialzo dei tassi di interesse o l’eccessivo apprezzamento del dollaro» continueranno a persistere, c’è il rischio che vengano compromesse le prospettive di crescita dell’economia e il mercato del lavoro. Un evento che potrebbe costringere la banca centrale Usa a rivedere il suo percorso di “normalizzazione” della politica monetaria attraverso il rialzo dei tassi di interesse.

Le parole del numero uno della Fed ricalcano le dichiarazioni rilasciate settimana scorsa dal presidente della Fed di New York William Dudley («il contesto finanziario a livello globale è peggiorato») che hanno fatto ipotizzare una maggiore prudenza nelle mosse di politica monetaria da intraprendere. Un cambio di rotta che ha avuto ripercussioni sul cambio euro-dollaro tornato ad apprezzarsi e sul mercato azionario mondiale, già molto teso e volatile, che ha preso queste frasi come un’ammissione della debolezza dell’economia americana. Questa mancanza di sorprese fa si che il mercato per il momento non abbia mostrato importanti reazioni come dimostra ad esempio il grafico del cambio euro dollaro che ha registrato oscillazioni contenute.

«Credo che una mossa isolata della Yellen non possa da sola riportare la calma. Quel che serve è un azione coordinata delle Banche centrali (con la collaborazione di regulators e autorità fiscali), sufficientemente robusta da scardinare la percezione che al momento queste sono impotenti» commenta Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.

La tempesta finanziaria dura da 40 giorni

La tempesta finanziaria che ha colpito i mercati nel 2016 dura da oltre 40 giorni. Con l'ennesimo violento ribasso di ieri (-3,21%) Piazza Affari, da inizio anno, è arrivata a perdere il 25,7%. Un tonfo superiore a quello di Shanghai (-22%) e più consistente rispetto ai più vicini mercati europei. L'Ibex spagnolo (-16,94%) il Cac francese (-13,79%) o il Dax tedesco (-13,65%) sono infatti scesi, ma ad una velocità più contenuta.

Sul mercato primario dei titoli di Stato va a segno l’asta dei Bot a un anno con i rendimenti che si confermano in territorio negativo. Sono stati collocati titoli per 6,5 miliardi di euro con un rendimento pari a -0,032%, in aumento di 4 punti base rispetto al collocamento di gennaio. Buona la domanda che è ammontata a 10,45 miliardi con un rapporto di copertura di 1,61 rispetto a 1,65 dell'asta di gennaio.

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