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L’Iran boccia l’accordo per congelare l’offerta di…

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L’Iran boccia l’accordo per congelare l’offerta di petrolio. Le Borse accentuano i ribassi: Milano -1,95%. Wall Street in calo

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L’Iran ridicolizza il patto di Doha sul congelamento dell’offerta di petrolio. Il ministro iraniano del Petrolio, Bijan Namadar Zanganeh, ha respinto l'idea di un congelamento del livello della produzione petrolifera dell'Iran qualificandola come «ridicola», secondo quanto riportato da diversi media iraniani. E anche l'Iraq ha annunciato l’intenzione di aumentare la produzione di petrolio a sette milioni di barili al giorno nel prossimo quinquennio. L'Arabia Saudita e la Russia - i due primi produttori mondiali di greggio - avevano proposto una settimana fa, al termine della riunione a Doha con il Qatar e il Venezuela, che tutti i paesi produttori congelassero la loro produzione ai livelli di gennaio per sostenere i prezzi del petrolio.

In risposta le Borse accentuano i ribassi allineandosi così al ritracciamento del prezzo del petrolio che cede oltre due punti percentuali. Il FTSE MIB di Piazza Affari ha chiuso con un calo dell’1,95% portando a -20% il passivo da inizio anno.

Va male anche Wall Street. Chiusura in territorio negativo per la Borsa americana: il Dow Jones perde l'1,14% a 16.431,85 punti, il Nasdaq cede l'1,47% a 4.503,58 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,25% a 1.921,28 punti. A pesare sugli indici è il crollo del petrolio che dopo aver chiuso in rialzo lunedì, oggi ha terminato in rosso del 4,5% dopo i buoni aumenti di ieri. Per quanto riguarda le notizie dal fronte macroeconomico americano, da segnalare il rialzo dei prezzi delle case in dicembre.

Altre indicazioni utili sulla disponibilità degli americani a mettere mano al portafoglio si possono trarre dalle trimestrali, in chiaroscuro, di alcuni colossi del settore retail (Home Depot ha sorpreso in positivo e ha alzato i dividendi, Office Depot ha deluso le previsioni, mentre Macy's ha superato le attese).

I mercati archiviano anche il calo oltre le attese per l'indice tedesco Ifo, che misura la fiducia delle imprese nazionali, a 105,7. Il mese precedente era a 107,3 punti, mentre il mercato si attendeva un calo a quota 106,8.

Sul mercato obbligazionario lo spread BTp-Bund resta sopra i 130 punti.

L’euro viaggia poco sopra quota 1,1 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valute).

Ribasso anche per la Borsa di Shanghai (-0,8%) dopo sei rialzi consecutivi. Pare quindi sfumata l’effetto “Consob cinese”, ovvero la nomina alla guida dell’autorità di regolamentazione di una nuova figura, considerata meno rigida sui vincoli rispetto alla precedenta guida.

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