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La Banca centrale giapponese fa impennare lo yen, crolla la Borsa di Tokyo

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BORSA DI TOKYO

La Banca centrale giapponese fa impennare lo yen, crolla la Borsa di Tokyo

L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in forte ribasso (-3,6%) a quota 16666,05 punti. La delusione degli investitori è dovuta alle decisioni della Banca del Giappone (BoJ) che ha scelto di mantenere invariata la propria politica monetaria e di rinviare ulteriori misure di allentamento, vanificando così le aspettative dei mercati che si aspettavano un intervento. I tassi di riferimento restano invariati a -0,1% e anche il programma di acquisto di asset rimane invariato a 80mila miliardi di yen l’anno.

Il mancato aumento dell’espansione monetaria ha immediatamente messo le ali allo yen nel cambio contro dollaro, facendo segnare la maggiore variazione giornaliera degli ultimi 8 mesi. La valuta nipponica scambia oggi a 108,77 sul dollaro, in aumento di circa il 3 per cento.

Rimbalzo per la produzione industriale, + 3,6% a marzo, dopo aver registrato nel mese di febbraio il maggior calo dal marzo 2011 (-6,2%).

Era «appropriato» mantenere lo status quo della politica monetaria perché ci vuole più tempo per vedere gli effetti di tassi di interesse negativi, ha spiegato il governatore Kuroda. Il quale ha precisato che le attese sono per una espansione dell'economia giapponese e che ci vorranno «più di due mesi ma meno di sei mesi o un anno affinché i tassi negativi mostrino i loro effetti». Il governatore ha anche ribadito che «sarà fatto tutto il possibile» per raggiungere il target del 2% di inflazione. Ed ha anche smentito che durante la riunione della BoJ ci siano state discussioni su possibili tassi negativi alle banche commerciali.

Kuroda ha anche detto che «non ci sono limiti alle opzioni di politica monetaria e che l'istituto centrale non esiterà a fornire liquidità al sistema se necessario».

«La Boj - commenta Richard Jerram, capo economista della Bank of Singapore - sembra essere caduta in uno stato confusionale. Ha gestito male le aspettative prima del vertice e questo è evidente dalla reazione del mercato».

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