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Bpm, Nicola Rossi nuovo presidente

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Bpm, Nicola Rossi nuovo presidente

Il nuovo Consiglio di Sorveglianza di Bpm non avrà solo un controllo «formale» sulle decisioni del Consiglio della Gestione (prima tra tutte il progetto di fusione con il Banco Popolare) ma opererà con «senso di responsabilità» in un contesto che «richiede più vigilanza e attenzione». Nicola Rossi detta le linee guida del nuovo board che da ieri lo vede protagonista. E che si profila più pro-attivo rispetto al precedente Consiglio di Sorveglianza targato Piero Giarda.

L’assemblea dei soci di Bpm, riunita ieri nei padiglioni di Fiera Milano, ha scelto l’economista pugliese, con un passato in Banca d’Italia e in World Bank, per traghettare la banca verso la trasformazione in Spa. L’asse formato dai sindacati e dai pensionati ha portato a suo favore 3.356 voti, pari al 69% del totale, contro i 1.231 voti ottenuti dall’altro candidato alla presidenza, Piero Lonardi, e i 276 ottenuti dal fondo Athena di Raffaele Mincione.

Una legittimazione importante e salutata positivamente dagli stakeholder («È stata determinante la partecipazione responsabile e consapevole dei dipendenti della Bpm» ha detto Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi), che però non spinge Rossi ad emettere giudizi potenzialmente affrettati sul tema della fusione con il Banco Popolare. L’argomento, dice Rossi, «non era all’ordine del giorno oggi». Piuttosto «il Cds deve rendere un parere consultivo - continua il neo-presidente a margine dell’assemblea - e spetta a noi portare a termine il lavoro avviato dal Cds precedente». Sarebbe insomma «inopportuno anticipare un’opinione».

Anche nell’ottica di aiutare i consiglieri a farsi un’idea più compiuta sul merger - che deve essere approvato nel mese di maggio -, il Cds, a quanto risulta al Sole24Ore, potrebbe selezionare a breve un advisor (non è escluso che siano due, uno finanziario e uno legale) che avrà il compito di valutare più compiutamente il piano di aggregazione con gli scaligeri.

Gli approfondimenti scatteranno nelle prossime ore e già martedì, nel primo Cds della presidenza Rossi (che dovrà nominare i comitati endoconsiliari), il dossier advisor potrebbe finire sul tavolo anche solo informalmente. Non è un caso che tra gli obiettivi che Rossi si propone c’è quello di aiutare la base «a formarsi un’opinione compiuta rispetto alle scelte alle quali dovrà dare risposta». Anche se, ribadisce l’economista, è garantito uno «spirito di assoluta collaborazione» con il Consiglio di Gestione.

A dimostrazione della volontà di segnare una discontinuità rispetto alla precedente gestione, dentro al Cds si ragiona inoltre sulla possibilità di una convocazione più frequente degli incontri del board, almeno in una prima fase.

Per Nicola Rossi le sfide non mancano: ci sarà da ricucire i rapporti con una parte del corpo sociale timoroso di perdere l’autonomia, complice la fusione. Perplessità d’altra parte ci sarebbero anche sulla costituzione della futura banca rete, la legal entity che avrà il presidio della Lombardia per i prossimi tre anni.

Lo stesso Castagna ieri ha aperto la porta a una revisione del progetto, sottolineando che la Spa aveva «senso» quando Bpm era più «piccola» e la fusione doveva avvenire con altre banche. «Oggi che la banca è protagonista si può pensare a soluzione differenti. Ci penseremo nei prossimi mesi», ha detto il manager.

Nel corso del suo intervento Castagna ha anche sottolineato come il futuro colosso con una capitalizzazione di oltre 6 miliardi si staccherà dalle altre banche popolari, i cui valori complessivi in borsa sono inferiori ai 3 miliardi. Toccherà a queste banche, ragiona Castagna, «l’onore e l’onere» di valutare «come andare avanti nel futuro, se aggregarsi tra di loro o di considerare il terzo polo come potenziale aggregatore». Castagna ha poi risposto a distanza alle critiche di Giarda (che in apertura aveva detto che la banca nascente «non ha le caratteristiche per essere la coppia dell’anno»), affermando che i numeri veri verranno pubblicati con il piano industriale.

Tornando agli esiti dell’assemblea, nel nuovo consiglio entrano, oltre Rossi, anche i vicepresidenti Mauro Paoloni e Marcello Priori e i consiglieri Alberto Balestreri, Angelo Busani e Maria Luisa Mosconi, Carlo Bellavite Pellegrini, Paola Galbiati, Manuela Soffientini, Daniela Venanzi ed Emanuele Cusa. Per la lista Lonardi invece entrano, oltre al capolista, Roberto Fusilli, Mariella Piantoni e Mara Barbara. Infine Athena sarà rappresentata da Massimo Catizone ed Ezio Simonelli.