Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 806 milioni, in calo del 24,2% rispetto agli 1,06 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno (13 milioni il dato del quarto trimestre 2015). I risultati sono comunque superiori alle attese degli analisti di 713 milioni.
Sul risultato netto pesa il contributo ordinario al fondo di risoluzione previsto dalla direttiva eruropea del bail-in per il 2016 che è stato spesato nei conti della prima parte dell'anno. Senza considerare questo fattore, l'utile sarebbe stato di 902 milioni. Il risultato della gestione operativa si è attestato a 2,02 miliardi, in calo del 21,3% rispetto allo scorso anno risentendo anche in questo caso dei contributi al fondo di risoluzione (-18,4% al netto questa voce). Sul fronte dei ricavi, la banca ha registrato proventi operativi netti in calo del 12,8% a 4,1 miliardi (-11,3% a 4,2 miliardi escludendo il contributo al fondo di risoluzione). Per quanto riguarda la qualità del credito, lo stock di crediti deteriorati mostra un calo dell'1 per cento. Il livello di patrimonializzazione misurato attraverso il common equity ratio pro forma a regime si attesta al 13,1%, un dato largamente superiore ai requisiti fissati dalla normativa. Infine, per quanto riguarda l'anno in corso, per il 2016 è attesa una crescita dei proventi ed «è confermato l'impegno alla distribuzione di tre miliardi di euro di dividendi cash per l'esercizio 2016, indicato nel piano di impresa 2014-2017».
«Il gruppo nel primo trimestre del 2016 ha registrato un significativo miglioramento della redditività rispetto al quarto trimestre 2015 - sintetizza Intesa Sanpaolo nella nota che accompagna i conti - nonostante gli accentuati riflessi negativi della volatilita' dei mercati finanziari che ha contraddistinto i mesi di gennaio e febbraio, confermando la solidita' dello stato patrimoniale».
Intesa Sanpaolo contribuirà ad Atlante con 845 milioni di euro. È quanto emerge dalle slide di presentazione dei conti del primo trimestre precisando l'intervallo di 800 milioni-1 miliardo indicato in precedenza. Ad oggi la banca ha gia' versato circa 300 milioni. Sui livelli patrimoniali dell'istituto l'impatto negativo e' attualmente di 8 punti base che saliranno a un massimo di 20 punti base quando saranno versate interamente le somme. D'altro canto la cessione di Setefi e Intesa Sanpaolo Card, annunciata nei giorni scorsi proprio per controbilanciare l’impatto patrimoniale della partecipazione in Atlante, contribuira' positivamente per circa 35 punti base.
Il titolo ha reagito positivamente in Borsa alla diffusione dei dati di bilancio trimestrali e aun’ora dalla chiusura delle contrattazioni è in rialzo di quasi due punti percentuali.
L’a.d. Carlo Messina è intervenuto anche sulla quotazione di Veneto Banca: «Alla fine della prossima settimana - ha detto - inizieremo il premarketing» per l'aumento e l’Ipo. Se la transazione può essere di successo, Atlante non deve prendervi parte. Ma è anche chiaro che Intesa Sanpaolo avendo investito in Atlante non è disponibile a detenere alcuna azione di Veneto Banca. Se l'operazione sarà di successo sul mercato, saremo molto felici. Altrimenti Atlante avrà la possibilità di entrare anche in Veneto Banca».
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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