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Auto che guidano da sole, un business miliardario che rivoluzionerà…

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AUTONOMOUS DRIVING

Auto che guidano da sole, un business miliardario che rivoluzionerà l'industria dei motori e dell'hi-tech

(Reuters)
(Reuters)

Auto che guidano da sole, anzi quasi da sole: una frontiera della tecnologia che è ormai realtà commerciale ai primissimi passi, ma soprattutto è grande traguardo dell'evoluzione dell'automobile che “auto” potrebbe diventare davvero.

Il tutto, però, con calma e senza essere facili prede di ideologie tecnologiche alla moda (o di potenti uffici marketing). Infatti da una parte siamo all'alba dell'autonomous driving, dall'altra è anche vero che è molto più lontana nel tempo la cosiddetta driverless car, vettura robotica e senza guidatore: una macchina che ci porta in giro come fosse uno chauffeur digitale, tipo quella dei film di fantascienza come il classico “I Robot” o come la macchina elettrica preconizzata nel 1937 dall'architetto scenografo americano Norman Bel Geddes per la fiera di New York Futurama.

“Autonomous driving” si traduce come avanzati sistemi di ausilio alla guida per viaggiare, andare in autostrada facendo gestire “rotta, velocità a traiettoria” a un'intelligenza di software e silicio capace anche di fare le rotonde e di uscire anche da svincoli oppure cambiare corsia, ma sempre con un umano che tiene le mani pronte ad agire sul volante. Già adesso abbiamo cruise control adattativi via radar abbinati a sistemi di cambio corsia e svolta automatica, gestione automatica delle code e si sta andando verso un maggiore livello di autonomia, sia pure con i limiti delle legislazioni dei diversi Paesi.

Detto questo la tecnologia della guida autonoma è destinata a diventare un mercato “booming” e interessante anche a livello di margini per le vetture dotate di sistemi di guida automatica.

Le stime di analisti specializzati come Lux Research parlano di 87 miliardi di dollari in sistemi autonomi nel 2030 quando ci saranno sul mercato vetture con vari livelli di guida autonoma fino a sfiorare quella quasi robotica. E una bella fetta di questa (25 miliardi) saranno nel software. Ed ecco perché i colossi dell'hi-tech sono particolarmente effervescenti. Secondo Boston Consulting Group, il mercato delle tecnologie per la guida autonoma varrà oltre 40 miliardi di dollari nel 2025 (le stime di Bsg parlano di 42 per la precisione, ma come sempre gli analisti eccedono in precisione anche su previsioni a lungo termine).

Ci sono pochi dubbi sul successo dei sistemi che permettono di spendere meno tempo e attenzione al volante, attaccati come si è allo smartphone, iperconessi e bloccati in caotiche megacity.

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La guida automatizzata è in grado di rivoluzionare l'industria dell'auto diventando un driver di crescita in un mercato che però non è più solo appannaggio dei tradizionali costruttori di auto, ma anche di attori provenienti dalla tecnologia, come, per esempio Google (Big G come è noto sta investendo molto nel settore e si è alleata con Fca in una mossa che pare più mediatica che tecnologica), il produttore di chip Nvidia (partner di audi), ma anche il colosso web/software cinese Baidu che sta conducendo test sulle difficili strade cinesi e ha potenziato l'alleanza già esistente con Bmw che a sua volta ha deciso per celebrare i suoi cento anni di accelerare sulle tecnologie autonome all'interno di un nuovo programma battezzato “Project I Next”. Il piano ha lo scopo di contrastare Audi e Mercedes, due case, le rivali di sempre, che nell'autonomous driving sono molto avanti. E lo sono per davvero non nei sogni o nelle favole che si leggono su Uber (una flotta di auto robot nel 2030!?) o sull'ancora non confermato (ma non improbabile) sbarco di Apple nell'automotive. E nella partita ci sono anche nuovi attori “elettrici” del mondo dell'auto come Tesla, società che ha il singolare primato di avere un valore di Borsa sempre più alto (addirittura 30 miliardi di dollari) a fronte di bilanci sempre più in rosso. E sono in molti a chiedersi se il numero uno Elon Musk vincerà la sfida o se Tesla sarà acquistata, magari proprio da Apple.

Va detto che non tutto il mondo dell'hi-tech sta salendo sul carro della guida autonoma: Intel e Microsoft sono di fatto assenti. Un ruolo chiave é nelle mappe (software) e non a caso Audi, Bmw e Merceds hanno creato una triplice alleanza per comprare (con 2.8 miliardi) le mappe ex Nokia di Here.

Incalcolabili, al momento, anche i benefici che deriveranno da una maggiore sicurezza sulle strade: meno feriti, meno danni e meno lutti. la tecnologia ha già fatto miracoli per la sicurezza stradale: è avvenuto con l'Abs (bosch stimava 100 miliardi di rasparmi nel modo sulla spesa sanitaria in 20 anni dall'obbligo del 1996), è proseguito con i sistemi di sicurezza elettronica e sta andando avanti con i cruise control adattativi e con le tante auto che frenano da sole.

La nuova frontiera dell'auto partirà dai segmenti premium e la tecnologia si democratizzerà via via che le economie di scala lo permetteranno perché il vero lusso è il recupero del tempo perso e senz'altro è appetibile una vettura che ci permette di fare altro perché, mentre siamo nel traffico a bassa velocità o in autostrada. Già adesso ci sono macchine con un buon livello di autonomia come Mercedes Classe S, Audi Q7, Tesla Model S o Mercedes Classe E (considerata il benchmark nell'autonomous driving), mentre per vedere la guida autonoma vera e propria (ma sempre con conducente a bordo) non manca tanto: sarà in vendita nel 2018 e sarà un'Audi A8. La nuova ammiraglia esibirà la stessa tecnologia Piloted Driving che ha permesso a prototipi di A7 di viaggiare senza intervento umano tra Los Angeles e Las Vegas e poi di replicare in Cina, nelle ipertrafficate sopraelevate di Shanghai.

E se i costruttori più avanti sono Audi, Bmw e Mercedes non bisogna trascurare Honda, Volvo e Toyota, anche grazie al contributo di fornitori come Bosch (il sistema di Tesla è tedesco made in Bosch), Delphi e Continental che da tempo hanno già messo a punto i sensori, gli attuatori e le centraline di controllo necessari alla funzionalità delle auto a guida autonoma.

Fca invece investe con prudenza e ha stretto, come accennato, un patto con Google, per fare test con 100 monovolume Chrysler pacifica. Ma torniamo ai marchi che davvero potrebbe essere la variabile vincente dell'offerta automobilistica dei prossimi anni. Audi ad esempio, dispone di una telecamera montata dietro al parabrezza che rileva ogni oggetto in movimento davanti alla vettura fino a un raggio di 100 metri e fino a 85 km/h. Se necessario, il Pre Sense City frena automaticamente la vettura, fino a 40 km7h ed è capace di scongiurare l'impatto, mentre tra i 40 e gli 85 kmh diminuisce la velocità limitando ai minimi termini le conseguenze di un eventuale incidente. E ad esempio fino a 65 km/h un'Audi sterza anche da sola, orientandosi grazie alla segnaletica orizzontale.

C'è poi Volvo, che nel 2017 metterà su strada i primi 100 clienti selezionati su vetture dotate di sistemi di guida a guida veramente autonoma, grazie anche collaborazione dell'amministrazione svedese che non solo ha autorizzato l'esperimento già parecchio tempo fa, ma ha fatto investimenti importanti per evolvere l'infrastruttura. Inoltre il brand svedese offre un pacchetto avanzato di assistenza alla guida: l'Auto Pilot che fa tutto da solo su acceleratore, freni e sterzo fino a 50 kmh. E Bmw? Il massimo lo fornisce la nuova ammiraglia, Serie 7. Il suo Driving Assistant Plus comprende, infatti, l'assistenza al controllo della traiettoria, la prevenzione della collisione posteriore e laterale che arriva ad impedire al guidatore di accelerare per partire. Ma il piano della bavarese è spingersi come detto prima verso nuove frontire.

Honda, invece, dal 2005 monta su vetture di serie il cruise control adattivo con sterzata assistita, in grado di agire sullo sterzo per far seguire alla vettura le linee che delimitano la corsia. Proprio Honda ha inoltre annunciato che entro il 2020 e in occasione delle Olimpiadi che si svolgeranno a Tokyo commercializzerà il primo veicolo totalmente autonomo.

Mercedes sulla nuova Classe E offre delle soluzioni per una guida semi-automatica, così come Tesla, del resto. Infine Toyota: già oggi le auto del costruttore giapponese possono scambiarsi dati fra di loro. I giapponesi hanno, infatti, messo a punto l'ITS che sta per Intelligent Transportation System che fornisce tutte le informazioni sul traffico e sulle altre auto più o meno vicine e che i sistemi di bordo non possono rilevare. Al sistema non sfuggono neppure i pedoni, o altre automobili, per non parlare di ciclisti o di moto: inoltre l'ITS avvisa il guidatore sia con allarmi sonori che visivi. Inoltre, l'ITS di Toyota permette ai cruise control adattivi di due auto di scambiarsi dati: se una sa quello che fa l'altra, il tamponamento diventa, di fatto, impossibile.

Non va dimenticato, infine anche l'impatto della guida autonoma sul design: via via che le tecnologie diventeranno più sofistica e si arriverà al “full autonomous driving” gli abitacoli saranno reiventati e più di un costruttore pensa a sedili rotanti per tornare al vis a vis delle antiche carrozze.

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