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Borse chiudono in lieve calo dopo la strage di Nizza. Non bastano dati Usa…

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la giornata dei mercati

Borse chiudono in lieve calo dopo la strage di Nizza. Non bastano dati Usa e Cina positivi. Milano cede 0,3%

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I positivi dati sull'andamento dell'economia cinese (+6,7% Pil nel II trimestre) e su quella americana (+0,6% per le vendite al dettaglio e per la produzione industriale a giugno) non sono sufficienti a risollevare il morale delle Borse europee preoccupate dall'ennesima tragedia che ha colpito la Francia, e in particolare Nizza, che ha provocato oltre 80 morti. I listini, negativi per tutta la seduta e arrivati a perdere anche oltre l'1% in mattinata, hanno tuttavia contenuto le perdite nel pomeriggio limitando il rosso a qualche decimo di punto percentuale: Piazza Affari ha ceduto lo 0,29% nel FTSE MIB Francoforte e Londra hanno chiuso vicine alla parità mentre Parigi è arretrata dello 0,3%. L'Europa non è dunque riuscita così a beneficiare dei dati cinesi migliori delle attese, grazie a consumi e agli investimenti, che fanno ben sperare per una stabilizzazione della seconda economia mondiale.

Sul listino milanese bene le popolari a cominciare da Bpm (+2,2%) ma anche Unicredit (+1,2%) dopo le indicazioni del nuovo ceo Mustier sulle strategie dell'istituto che presenterà entro fine anno il nuovo piano industriale. Rcs Mediagroup ha chiuso vicina alla parità (-0,2% a 0,94 euro) prima del responso finale sulle offerte di Cairo Communication e della cordata Bonomi. Vivace Telecom (+0,9%) nell'attesa che la semestrale di fine mese mostri i primi effetti della cura Cattaneo. In sofferenza i petroliferi (-1,3% Saipem e -1,2% Eni), tra le utility ancora penalizzata Terna (-0,9%) dopo l'indicazione «sell» arrivata ieri dagli analisti di Citi mentre si sono risollevate Snam (+0,7%) e A2a (+1%), quest'ultima sulla posizione espressa dal sindaco di Milano Sala secondo cui una riduzione della quota nella società di servizi di pubblica utilità non è al momento all'ordine del giorno. Tra gli industriali, Fiat Chryslerè stata poco mossa (+0,16%) nonostante una performance migliore del mercato nelle vendite di auto nuove nel Vecchio Continente a giugno: a fronte del +6,5% del mercato, le immatricolazioni del gruppo italo-americano sono cresciute del 12,9% rispetto
a un anno fa.

Fiacca Leonardo Finmeccanica (-0,9%): nel fare il bilancio delle indicazioni sul gruppo emerse dal Salone Internazionale di Farnborough, gli analisti hanno evidenziato la conferma della guidance finanziaria per il 2016 e la previsione di un impatto contenuto della Brexit nel medio termine mentre sul fronte commerciale alcuni accordi annunciati hanno in parte attutito la delusione per la commessa sugli elicotteri Apache del ministero della Difesa Uk destinata a Boeing.

Profit warning di Swatch piega il lusso

Male il lusso a causa del profit warning di Swatch che ha perso il 7% a Zurigo. Il tonfo innescato dalla previsione di un calo delle vendite del 12% nel primo semestre 2016, ha trascinato con sè tutto il comparto del lusso dai big come Richemont (-3,7%), Kering (-0,9%) e Lvmh (-0,7%) ai gruppi italiani come Moncler (-1,6%). Insieme al lusso i settori maggiormente sotto pressione sono stati gli assicurativi (-1% Axa, -0,9% Allianz e Generali) e il settore viaggi sui timori per l'andamento dell'attività turistica dopo i fatti di Nizza: Easyjet ha perso il 2,6% a Londra, giù anche Tui (-1,1%), Carnival (-2,2%) e AirFrance (-1,6%).

Euro sotto 1,11 dollari, dati Usa fanno salire chance stretta
I dati positivi di giugno sulle vendite al dettaglio americane (+0,6%) e sulla produzione industriale (+0,6%) hanno dato il segnale di un'economia Usa capace di chiudere in modo brillante il secondo trimestre (la cui stima sarà rilasciata il prossimo 29 luglio) e sono tornati a dare chance a una stretta monetaria da parte della Federal Reserve spingendo così le quotazioni del dollaro. Il cambio si è attestato 1,1066 dollari da 1,111 di ieri.
«In una fase normale - è il commento di Harm Bandholz capo economista di Unicredit per gli Stati Uniti sui dati di oggi - questo sarebbe sufficiente per la Fed per continuare nella fase di normalizzazione della sua politica monetaria. Ma i membri del Fomc hanno sottolineato di voler aspettare e vedere se e come la Brexit influenza l'outlook dell'economia statunitense prima di 'premere di nuovo il grilletto». I mercati finanziari, fa notare Bandholz, fino alla scorsa settimana non puntavano su nessun rialzo dei tassi fino alla fine del 2017, si stanno nuovamente orientando su una tempistica diversa tant'è che i futures sui Fed Funds assegnano una probabilità del 41,3% a una stretta entro dicembre 2016 contro l'11,8% di probabilità della scorsa settimana.

Dietrofront della sterlina dopo la rimonta post BoE

Si è invece sgonfiata la rimonta della sterlina che ieri era stata alimentata dalla decisione della Bank of England di mantenere lo status quo sui tassi di interesse: il cambio sterlina/dollaro è tornato a 1,3143 dagli 1,3304 di
ieri sera, scivolando dunque dell'1,3%, mentre l'euro ha recuperato quasi un punto percentuale nei confronti della valuta britannica (il cross euro/sterlina è a 0,8407 da 0,8358 di ieri).

Negli Usa bene le vendite al dettaglio

Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti in giugno sono salite più delle previsioni, segno che i consumi si sono rafforzati sul finire della primavera e all'inizio dell'estate, cosa che potrà incidere in modo positivo sull'economia nei prossimi mesi. Il dato, reso noto dal dipartimento del Commercio americano, è salito dello 0,6% a 456,98 miliardi di dollari, dopo l'aumento dello 0,2% di maggio (rivisto al rialzo dal +0,5% della prima stima). Per giugno gli analisti attendevano una crescita dello 0,1%. A sostenere il rialzo del dato sono state in particolare le vendite dei materiali da costruzione, salite del 3,9%, l'aumento maggiore da aprile 2010. La produzione industriale degli Stati Uniti è cresciuta il mese scorso più delle previsioni e al passo più rapido da luglio 2015, segnale incoraggiante sull'andamento del settore manifatturiero. Secondo quanto reso noto dalla Federal Reserve, a giugno la produzione industriale è aumentata dello 0,6%, dopo il ribasso dello 0,3% di maggio (rivisto al rialzo dal -0,4% della prima stima). Gli analisti attendevano un incremento dello 0,4%. Deludente invece l'indice delle attività manifatturiere dell'area di New York: l'indice Empire State è calato a 0,55 punti a luglio rispetto ai 6,01 punti di giugno. Il dato e' molto inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto un ribasso a 5 punti.

Utili trimestrali sopra le attese per Citigroup e Wells Fargo

Citigroup ha registrato un utile netto di 3,998 miliardi di dollari nel II trimestre, pari a 1,24 dollari per azione, su ricavi per 17,5 miliardi. Il dato si confronta con i 4,846 miliardi di utili, pari a 1,51 dollari per azione, e con i 19,47 miliardi di ricavi riportati nello stesso trimestre 2015. Il risultato netto segna quindi una flessione del 17,5% ma è superiore alle previsioni degli analisti che stimavano gli utili per azione in 1,1 dollari. I ricavi vedono una flessione del 10%. Utili in lieve calo ma superiori alle attese degli analisti anche per Wells Fargo nel II trimestre. L'istituto finanziario americano ha realizzato un risultato netto positivo per 5,558 miliardi di dollari (pari a 1,01 dollari per azione) nel periodo che si confronta con i 5,719 miliardi di un anno fa (1,03 dollari per azione). I ricavi sono cresciuti del 4% a 22,2 miliardi.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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