La Banca centrale europea (Bce) ha lasciato invariato a zero il tasso di rifinanziamento principale, in linea con le attese degli analisti, a seguito dell'odierna riunione del comitato esecutivo. Lo ha reso noto la Bce, che ha anche confermato a -0,40% i tassi sui depositi overnight presso lo sportello Bce. Il tasso di rifinanziamento marginale resta inoltre allo 0,25%. Nessuna variazione anche per quanto riguarda il programma di acquisti da 80 miliardi che proseguira' fino al marzo 2017 “o oltre se necessario”. Il Consiglio direttivo - aggiunge la Bce - “continua a attendersi che i tassi di riferimento della Banca centrale rimangano al livello attuale o inferiore per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte degli acquisti netti di attivita'”.
Nodo Npl: affrontare le sofferenze bancarie
Nel corso della conferenza stampa nella sede della Banca Centrale Europea il presidente Mario Draghi ha detto che “servono anche altre politiche: una di queste è la gestione delle sofferenze bancarie. Non lo consideriamo un rischio ma una questione da affrontare”. Draghi ha così risposto a una domanda sui problemi delle banche italiane e portoghesi.
Le regole comunitarie “contengono tutta la flessibilità necessaria per gestire le circostanze straordinarie, come quando “i mercati di smaltimento dei crediti deteriorati non funzionano e si vogliono evitare vendite incontrollate (firesales)”. Un possibile paracadute pubblico per i crediti deteriorati delle banche, ha detto Draghi, “è una misura molto utile, ma deve essere presa d'accordo con la Ue e specialmente con la direzione generale concorrenza della Commissione”.
Secondo il presidente Bce un'azione di contrasto agli Npl deve avvenire nel rispetto “delle regole esistenti”. In particolare “In Italia si può fare di più” per allestire delle regole che rendano efficiente il mercato di smaltimento dei crediti deteriorati delle banche e per gestire la componente di Npl (Non performing loans) “retaggio” degli anni passati. Complessivamente, secondo Draghi, le banche europee oggi “stanno meglio, se non molto meglio rispetto al 2009” grazie anche alle “serie misure” adottate negli ultimi quattro anni. Per Draghi oggi il problema da risolvere “non e' piu' di solvibilita' ma di redditivita'”.
Per “poter beneficiare pienamente” del Qe “serve il contributo di altre aree a livello nazionale ed europeo per riforme strutturali che riducano la disoccupazione e aumentino la crescita potenziale”. Secondo Draghi, risolvere la questione delle sofferenze bancarie nell'area euro “è molto importante” e dovrebbe essere una delle priorità della politica. I governi dell'Eurozona devono “accelerare il passo delle riforme strutturali per migliorare lo scenario del business”.
Draghi: «Rischi per Eurozona orientati al ribasso»
Nel corso della sua conferenza stampa, la prima dopo il referendum inglese che ha deciso l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, Mario Draghi ha assicurato che la Banca Centrale Europea continuerà a seguire la situazione con attenzione, mettendo a disposizione tutti gli strumenti a disposizione del mandato dell’istituto per proteggere la stabilità del sistema finanziario europeo.
Draghi si è soffermato anche su Brexit: «È troppo presto per valutare l'impatto economico della Brexit, ha detto -, un impatto che la Bce “valutera' quando avremo piu' informazioni”. Il presidente della Bce ha spiegato di “non aver discusso alcuno strumento specifico” durante il direttivo di oggi.
In ogni caso i mercati finanziari “hanno reagito all’aumento della volatilità” seguita al voto sulla Brexit “con resistenza incoraggiante”. Lo ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa. Gli indicatori economici confermano “lo scenario di base di una ripresa in corso, che procede “a ritmo moderato”, e un aumento dell'inflazione”. Mario Draghi ha ribadito che le operazioni di acquisto titoli “andranno avanti fino al marzo 2017 e oltre, finche' non vedremo un aggiustamento sostenuto del percorso dell'inflazione”.
I rischi per l'Eurozona, aggiunge Draghi, “restano orientati al ribasso” per via della Brexit e di altre incertezze geopolitiche, ma Francoforte “resta pronta a fornire liqudità se necessario” e a “ricorrere a tutti gli strumenti nell'ambito del proprio mandato”. Draghi ha inoltre confermato la ripresa del credito, sostenuta dalle “condizioni monetarie molto accomodanti”. Sul fronte finanziario - ha aggiunto Draghi - “le banche confermano come le Tltro hanno contribuito” al miglioramento delle condizioni di finanziamento.
Riguardo i fatti che stanno accadendo in Turchia, secondo Draghi questi “potrebbero pesare sui livelli di fiducia, ma è molto difficile quantificare il loro impatto sulla ripresa economica dell'area euro”.
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