Finanza & Mercati

Monte Paschi, dal Cda semaforo verde a semestrale e piano per…

  • Abbonati
  • Accedi
i conti di siena

Monte Paschi, dal Cda semaforo verde a semestrale e piano per l’aumento

Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Mps (Imagoeconomica)
Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Mps (Imagoeconomica)

Semaforo verde del Cda di Rocca Salimbeni alla semestrale e al piano che prevede un aumento di capitale fino a un massimo di 5 miliardi e la cessione di sofferenze lorde per quasi 28 miliardi (9 miliardi di sofferenze nette). Una «soluzione definitiva» per il portafoglio dei crediti in sofferenza che dovrebbe restituire una «banca solida», ha commentato l’ad Fabrizio Viola durante la conference call. L’assemblea degli azionisti per il riassetto si terrà fra ottobre e novembre. «Il Governo prende atto con grande soddisfazione dell'operazione lanciata oggi dalla Banca Monte de' Paschi di Siena. Si tratta di una operazione di mercato che consentirà di rafforzare la posizione patrimoniale della Banca e di liberarla completamente dai crediti in sofferenza», ha commentato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in una nota.

Il Monte dei Paschi, che questa sera ha ottenuto il via libera della Bce al piano (con Jp Morgan e Mediobanca nel ruolo di global coordinator e altre sei banche nel ruolo di co-global coordinator), ha archiviato il primo semestre con un utile di 302 milioni, che si raffronta con un primo semestre del 2015 rettificato che presenta un utile di 328,9 milioni. Il periodo di riferimento, però, beneficia per 135 milioni del restatement dell'operazione Alexandria. Il risultato operativo lordo cala a 1.066 milioni. I ricavi calano del 10% a 2,34 miliardi.

Il Monte dei Paschi segnala nella semestrale che le rettifiche nette per il deterioramento dei crediti per circa 717 milioni (-27%) beneficiano soprattutto del rallentamento dei flussi di credito deteriorato. Nel secondo trimestre le rettifiche di valore nette sono risultate pari a circa 368 milioni, in crescita sul trimestre precedente (+5,3%). Il rapporto tra le rettifiche nette per deterioramento crediti del semestre annualizzate ed i crediti verso clientela esprime un tasso di provisioning di 134 punti base, a fronte di un valore di 179 punti registrato a fine 2015. Al 30 giugno 2016, aggiunge la banca, l'esposizione netta in termini di crediti deteriorati del gruppo si è attestata a 23,6 miliardi, registrando una flessione di 0,6 miliardi da inizio anno (-0,5 miliardi rispetto al 31 marzo 2016).

L'esposizione dei crediti deteriorati lordi del gruppo al 30 giugno 2016 è risultata pari a 45,3 miliardi di euro, con una riduzione nel secondo trimestre 2016 pari a 1,9 miliardi di euro, sulla cui dinamica ha inciso soprattutto il write off parziale di interessi moratori su posizioni in sofferenza per circa 1,4 miliardi. Al 30 giugno 2016, la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 48% in calo di 104 punti base rispetto al primo trimestre 2016. Tale dinamica è totalmente influenzata dal write off parziale degli interessi moratori come sopra detto (interamente coperti da accantonamenti), che incide anche sul coverage delle sofferenze.

Via libera al piano per le sofferenze: soluzione «strutturale e definitiva»
Il Cda del Monte Paschi oltre alla semestrale ha soprattutto approvato le linee guida di un'operazione che prevede un deconsolidamento dell'intero portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo. Il progetto, nella parte in cui include l'incremento delle coperture dei crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute) e il deconsolidamento del portafoglio dei crediti in sofferenza attraverso la struttura di cartolarizzazione, determina un fabbisogno patrimoniale che, sulla base di una stima preliminare, risulta pari a 5 miliardi di euro rispetto ad un livello di CET1 fully phased pari al 11,4% al 31 marzo 2016.

La cessione di tutte le sofferenze lorde del Monte dei Paschi consentirà alla banca di ridurre il Texas ratio, indicatore molto seguito dagli analisti e che rappresenta il rapporto tra i crediti deteriorati netti e il patrimonio netto tangibile, dal 260% attuale al 125 per cento.

«Il completamento dell'operazione - si legge nella nota della banca senese - è soggetto all'ottenimento di tutte le autorizzazioni regolamentari e di vigilanza. L'operazione, senza precedenti per struttura e dimensione sul mercato italiano, rappresenta un passaggio fondamentale» per Monte Paschi «e, al suo completamento, la riconfermerà tra gli istituti leader del sistema bancario Italiano, con una posizione patrimoniale solida, un ridotto profilo di rischio, una qualità del credito significativamente migliorata ed un rinnovato potenziale di crescita della redditività a beneficio di tutti gli stakeholder».

Il piano prevede il deconsolidamento dal bilancio dell'intero portafoglio di crediti in sofferenza attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione (“Sec.Co”) ad un prezzo pari a 9,2 miliardi (il 33% del valore lordo) e la successiva assegnazione della junior tranche agli azionisti del Monte. Quaestio SGR, per conto del fondo Atlante sottoscriverà le mezzanine notes per un importo pari a circa 1,6 miliardi.

Il consorzio di garanzia per l'aumento di capitale da 5 miliardi di Mps è stato firmato ed è condizionato al buon esito del deconsolidamento degli Npl e dell'attività di pre-marketing. Lo ha annunciato la banca, precisando che le banche sono JpMorgan e Mediobanca (Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners) e Santander, Bofa Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs (Co-Global Coordinators e Joint Bookrunners).

La ricapitalizzazione va completata entro l'anno ed entro l'anno anche il deconsolidamento delle sofferenze. Qualora i tempi non vengano rispettati al fine di non pregiudicare il deconsolidamento delle sofferenze la banca ipotizza di ricorrere a un finanziamento ponte che consentirà comunque di assegnare agli azionisti Mps attuali le junior tranches.

Proposta di Corrado Passera «confrontata e scartata»
Il cda del Monte dei Paschi ha confrontato la proposta alternativa presentata da Corrado Passera con quella messa a punto dalla banca e già sottoposta all'esame della Bce e l’ha quindi scartata. Così l'amministratore delegato di Banca Mps Fabrizio Viola rispondendo a una domanda di un analista. Ricevere una proposta del genere il giorno prima «non è una situazione facile da gestire», ha detto Viola. Ciononostante il board l’ha esaminata ma ha preferito la prima, già sottoposta a Francoforte e questo fatto «è stata una motivazione importante» nella decisione presa dal board.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

© Riproduzione riservata