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Banco Popolare in rosso di 380 milioni, pesano le rettifiche sui crediti

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LA SEMESTRALE

Banco Popolare in rosso di 380 milioni, pesano le rettifiche sui crediti

Il Banco Popolare ha chiuso il primo semestre con una perdita netta di 380,2 milioni di euro che si confronta con un utile di 293,1 milioni nello stesso periodo del 2015. Nel solo secondo trimestre, il rosso è di 66,6 milioni di euro rispetto all'utile di 84,3 milioni di euro un anno fa, ma il dato è comunque migliore delle attese degli analisti che si aspettavano una perdita maggiore e pari a 236,8 milioni.
Sul conto economico dell'istituto hanno pesato rettifiche nette sui crediti per 980 milioni di euro rispetto ai 375 milioni del corrispondente periodo del 2015.
Sul fronte della solidità patrimoniale, dopo l'aumento di capitale da un miliardo completato nelle scorse settimane, il Banco Popolare registra un Cet1 del 14,8% rispetto al 12,5% di fine marzo.
Per quanto riguarda le prospettive per il 2016, l'istituto si attende un ulteriore incremento dei livelli di copertura dei crediti deteriorati, come chiesto dalla Bce per autorizzare la fusione con Bpm. Questo «influenzerà negativamente la redditività del gruppo nel breve periodo», spiega la nota che accompagna i conti.

Il Banco è inoltre al lavoro sulla cessione di un pacchetto di crediti deteriorati unsecured «da circa 700-800 milioni». Lo ha spiegato l'ad Pier Francesco Saviotti, nel corso della conference call con gli analisti. Il manager ha parlato di «una data room aperta». Saviotti ha ricordato che il piano di integrazione con Bpm prevede un valore del 5% per i crediti in sofferenza unsecured, ma «noi non abbiamo mai venduto a importi così bassi come quelli previsti nel piano industriale, finora le nostre vendite sono avvenute a prezzi ben diversi» e superiori. Rispetto a Italease, «non abbiamo previsto una cessione per deconsolidare, se ci sarà opportunità valuteremo».

I risultati del Banco Popolare sono stati influenzati negativamente dall'aumento del livello medio della copertura dei crediti in sofferenza che è salito al 59,3% rispetto al 56,3% di fine dicembre e di quello dei crediti deteriorati che è passato dal 43,7% al 45,6%. Senza queste rettifiche - pari a 980 milioni - l'istituto spiega che «il semestre si sarebbe chiuso con un risultato economico positivo».
Guardando all'andamento dei ricavi si osserva come la banca abbia registrato su questa voce una flessione del 15,1% a 1,5 miliardi a causa del calo del 12,4% a 691,3 milioni del margine di interesse, del 17,1% delle commissioni nette a 639,3 milioni e del 18,5% a 784,7 milioni degli altri proventi. Sui proventi operativi si sono fatti sentire l'andamento dei mercati e dei tassi.
I costi operativi sono saliti del 4,4% a 1,12 miliardi nonostante il calo del 4,9% delle spese per il personale risentendo di 44,3 milioni per il contributo annuale al Fondo di risoluzione Unico.

“Per il 2016, l'istituto si attende un ulteriore incremento dei livelli di copertura dei crediti deteriorati, come chiesto dalla Bce per autorizzare la fusione con Bpm”

 

Il risultato della gestione operativa mostra quindi un calo del 43,2% a 423,2 milioni. Le rettifiche sui crediti per 980,4 milioni vanno, infine, a pesare sul risultati netto che ha chiuso in perdita per 380,2 milioni.
Le esposizioni nette deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinate) ammontano a a 13,5 miliardi di euro ed evidenziano una diminuzione del 3,9% e del 4,3% nel confronto, rispettivamente con i saldi esistenti al 31 dicembre 2015 ed al 30 giugno 2015 (-0,8% la variazione registrata nel secondo trimestre).

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