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Il petrolio torna ai massimi grazie a una «svista» saudita

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Il petrolio torna ai massimi grazie a una «svista» saudita

Il petrolio torna sui massimi di due settimane fa, livello visto lunedì quando si erano riaccese le speranze per un possibile accordo su un congelamento della produzione di cui i membri dell’Opec discuteranno in modo informale a fine settembre in Algeria. Nonostante l’Agenzia internazionale dell’energia abbia tagliato le stime della domanda per il 2017, il barile al Nymex corre (+3,6% a 43,23 dollari al barile al Nymex). A mettere il turbo alle quotazioni sono le parole arrivate dal ministro saudita dell’Energia, Khalid Al Falih.

Per sbaglio una bozza della trascrizione di una sua intervista rilasciata alla Saudi Press Agency è stata inviata ai giornalisti. In essa il ministro spiega che Riad potrebbe partecipare a un’azione coordinata per aiutare a riequilibrare il mercato petrolifero. I suoi commenti arrivano all’indomani della notizia che la nazione saudita - il leader di fatto dell’Opec - a luglio ha raggiunto livelli record della produzione petrolifera. «Se c’è il bisogno di compiere azioni per aiutare a riequilibrare il mercato, lo faremo, ovviamente in coordinamento con l’Opec e i principali esportatori non Opec» come la Russia, ha detto Falih.

L’incontro previsto in Algeria sarà secondo lui «un’opportunità per i ministri Opec e non di vedersi e discutere della situazione del mercato, incluse possibili azioni che potrebbero essere necessarie per stabilizzare il mercato». Va ricordato che ogni rally del petrolio alimentato dalle speranze su un accordo sui livelli produttivi rischia di avere vita breve.

Già lo scorso aprile un meeting a Doha (Qatar) era finito con un nulla di fatto a causa dell’intransigenza dell'Arabia Saudita nei confronti del rivale storico, l’Iran. Teheran vuole riportare la produzione ai livelli pre-sanzioni, rimosse a gennaio sulla scia dello storico accordo sul nucleare siglato nel 2015 con le principali potenze mondiali.

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