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Mps, piano sui bond all’esame della Bce

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Mps, piano sui bond all’esame della Bce

La sede del Monte dei Paschi a Siena
La sede del Monte dei Paschi a Siena

Il progetto allo studio di Mps e dei suoi advisor finanziari, in cui si valuta la proposta conversione volontaria dei tre miliardi di bond subordinati in possesso degli investitori istituzionali, entro metà settembre andrà all’esame della vigilanza bancaria della Bce. Il parere del Single Supervisory Mechanism presieduto da Danièle Nouy è necessario perché la ipotizzata manovra sui bond è complementare al previsto aumento di capitale concordato con la Vigilanza e finora stabilito in un importo massimo di 5 miliardi.

Se il piano di conversione volontaria in azioni dei bond dovesse andare in porto, la prevista ricapitalizzazione sarebbe più contenuta. Anche se una quantificazione è allo stato impossibile, poiché dipenderà dalle adesioni dei bondholders al piano di conversione a cui sta lavorando Montepaschi.
I cantieri di lavoro sul maxi-riassetto di Mps non si sono mai interrotti neanche in agosto. Da un lato, l’advisor Mc Kinsey sta predisponendo il piano industriale che sarà pronto per metà settembre. Dall’altro, sia il fondo Atlante che JP Morgan stanno lavorando alla due diligence, assistiti rispettivamente da Fonspa e Fortress, dei 27 miliardi di crediti in sofferenza che Mps cederà nell'ambito della prevista maxi-cartolarizzazione.

Per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, domani tornerà a riunirsi il consiglio di amministrazione di Mps, il primo dopo la pausa estiva. La riunione decisiva del board per l’approvazione finale del piano industriale della «good bank Mps» è prevista per il 26-27 settembre.
A proposito dell’operazione sugli Npl, entro fine mese sarà creata la società veicolo, che poi emetterà titoli senior, mezzanini e junior; il fondo Atlante ha già firmato il pre-accordo per rilevare l’intera tranche mezzanina (circa 1,6 miliardi), mentre JP Morgan, oltre a guidare il consorzio di garanzia dell’aumento di capitale, si è impegnata a concedere un prestito-ponte fino a 6 miliardi sulla tranche senior della cartolarizzazione.
Come detto, non è possibile ancora valutare l’impatto della conversione volontaria dei bond sull’aumento di capitale: è però certo che la totale ripulitura del portafoglio crediti è la condizione imprescindibile posta dal consorzio di garanzia della ricapitalizzazione fino a 5 miliardi.

L'aumento, che non è stato ufficialmente ancora fissato, dovrebbe prendere il via nella seconda metà di novembre per chiudersi nei primi giorni di dicembre: finora sia l’amministratore delegato Fabrizio Viola sia fonti finanziarie hanno smentito l’esistenza di alternative a quanto già annunciato al mercato, a seguito anche della bocciatura del piano Ubs, che prevedeva una conversione obbligatoria di bond subordinati fino a un miliardo di euro. Di conversione però già a fine luglio si era parlato negli scambi fra Vigilanza, Governo, banca e consulenti, ma soltanto in vista di una mancata sottoscrizione totale dell'aumento di capitale, per coprire parte dell’inoptato.
In questa situazione resta inoltre aperto il tema dell’assetto azionario: Fintech Advisory, fino a poche settimane fa primo azionista della banca, lo scorso 4 agosto è sceso al 2,42% dal 4,5% del capitale conquistato nel luglio 2014. Alla luce di questa mossa, ora ad essere primo azionista è il Tesoro, che detiene il 4,02%: nelle prossime decisioni un ruolo di primo piano potrebbe essere svolto proprio dal Mef.

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