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Galassia Agnelli, Exor in Olanda ultimo atto di una scelta nata con …

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GALASSIA AGNELLI

Galassia Agnelli, Exor in Olanda ultimo atto di una scelta nata con Chrysler

L’addio della galassia Agnelli a Torino ha avuto ieri l’ultimo atto, ma è iniziato almeno sette anni fa con l'acquisto della Chrysler. Il blitz negli Stati Uniti, colpo di genio e colpo di fortuna di Sergio Marchionne, si è inserito in un processo di diversificazione geografica e degli investimenti già in atto e culminato, l’anno scorso, con l'acquisto da parte di Exor della società riassicuratrice americana Partner Re.

Così nel 2016 gli italiani leggono Agnelli e pensano, oltre che alla Juventus, alle fabbriche di auto e di camion che il gruppo ha Italia; gli investitori internazionali vedono un gruppo globale che ricava il grosso di fatturato e utili dal mercato americano. Secondo John Elkann l’emigrazione societaria è «l'evoluzione naturale» del processo di globalizzazione del gruppo degli ultimi cinque anni, ovvero un «adeguamento delle strutture societarie al perimetro delle società». Quella di lasciare l’Italia «non è una scelta simbolica, ma naturale». Naturale ma non obbligata, se è vero che della ventina di colossi dell’auto (per esempio) molti sono globalizzati e con un peso preponderante dei business esteri, ma nessuno ha spostato la sede sociale.

La scelta della sede “neutrale” in Olanda fu per Fiat, all’atto della fusione con Chrysler, anche un modo per equilibrare gli interessi di un acquirente piccolo e indebitato con una società in fallimento che aveva però alle spalle il Governo americano. Per gli Agnelli la sede olandese ha il vantaggio di consentire una gestione estremamente flessibile dei diritti di voto multipli, il che consentirà alla famiglia di conservare a cascata il controllo del gruppo anche in caso di cessione di parte delle quote. Secondo Elkann il processo non ha invece nulla a che vedere con l’attrattività del sistema Italia; il presidente di Exor ha ricordato tutti gli investimenti effettuati dal gruppo nel paese «con Fiat Chrysler e Cnh Industrial»; e per quanto riguarda Torino ha citato «l’importante investimento della Juventus nello stadio» oltre alla «nuova rotativa che sarà in grado di stampare anche il quotidiano di Genova». Anche in futuro sarà sui volumi e sulla costanza degli investimenti, soprattutto nell’industria, che si misurerà se l’addio di ieri all’Italia sia stato per il gruppo solo formale.

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