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la giornata dei mercati

Borse chiudono in recupero grazie a rimbalzo Deutsche B. e Wall Street. Milano a +0,38%

Andamento titoli
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Il rimbalzo di Deutsche Bank (+5,7%), dopo le rassicurazioni del ceo Cryan sulla solidità dell'istituto, le voci di un patteggiamento con la giustizia Usa sulla causa subprime a 5,4 miliardi di dollari e la corsa di Wall Street e del petrolio consentono alle Borse europee di chiudere la settimana in rialzo e a Francoforte (+1%) di essere addirittura la prima della classe. Dopo una mattinata sotto pressione, in particolare per i titoli del settore finanziario, il dietrofront è coinciso con l'arrivo degli investitori americani confortati anche dai dati positivi sull'inflazione Usa e sulla fiducia dei consumatori migliorata oltre le attese a fine settembre. In una lettera allo staff, John Cryan ha sottolineato che il bilancio attuale di Db è il più solido degli ultimi 20 anni e che la speculazione dei mercati non ha basi: un tentativo di rassicurare gli operatori, dopo le indiscrezioni sulla fuga di dieci hedge fund da strumenti di investimento dell'istituto tedesco, che ha permesso al titolo di invertire la rotta e al settore di recuperare terreno.

A Piazza Affari il FTSE MIB ha terminato le contrattazioni in rialzo dello 0,38% e con la sola Mps (-1,1%) in flessione tra i principali istituti. Capofila Bpm e Banco (rispettivamente +7% e +4,3%) ma anche Bper (+2,9%) e Ubi Banca (+2,7%), quest'ultima appesantita in mattinata dai timori di misure richieste dalla Bce in vista dell'acquisizione di Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti. Brillante St (+3,6%) sulla scia dei rumors del merger da 30 miliardi di dollari nel settore dei semiconduttori tra Qualcomm e Nxp.Mediaset ha recuperato la parità dopo l'ottimismo del ceo di Vivendi sul raggiungimento di una soluzione per Premium.

Nonostante il rialzo di oggi, Piazza Affari resta nei nove mesi del 2016 la peggiore Borsa europea con un calo superiore al 23%.Sul fronte valutario, l'euro/dollaro è tornato nettamente sopra quota 1,12 a 1,1238 (1,1244). Wti in rialzo dello 0,5% a 48,08 dollari al barile.

Questa mattina Deutsche Bank ha tenuto sotto scacco i mercati con un pesante sell-off che ha penalizzato la banca tedesca. La pioggia di vendite è iniziata ieri sera a Wall Street dopo la diffusione di un documento interno che mostra l'uscita di dieci hedge fund dall'istituto a causa delle preoccupazioni per le sue condizioni finanziarie, in seguito alla richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di una multa di 14 miliardi di dollari per scorrettezze nella vendita di titoli cartolarizzati. Ma si tratta solo di uno dei problemi che la banca ha dovuto affrontare da inizio anno e che indicano una crisi profonda del primo istituto tedesco. Le preoccupazioni per Deutsche Bank si sono immediatamente allargate a tutto il settore bancario europeo, tornando ad alimentare i dubbi sulla solidità del sistema creditizio del Vecchio Continente, e riducono la propensione al rischio degli investitori.

Usa, inflazione accelera ad agosto. Consumi deludono
La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolare l'inflazione, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è salita dello 0,1% ad agosto su base mensile, mentre su base annuale, ovvero rispetto ad agosto 2015, è
cresciuta dell'1%, al di sotto del 2% considerato ottimale dalla Federal Reserve per il 53esimo mese di fila. Deludente il dato sui consumi degli americani che ad agosto sono rimasti invariati dopo quattro rialzi consecutivi, un dato inferiore alle previsioni, segno di maggiore cautela in un contesto di crescita economica solo modesta. I redditi personali sono invece aumentati in linea con le stime.

Sempre negli Stati Uniti è migliorato l'indice della fiducia dei consumatori a fine settembre, salendo a 91,2 punti e quindi superando le stime degli esperti. L'indice Pmi di Chicago, che misura l'andamento dell'attivita' aziendale e manifatturiera nell'area di Chicago, è anch'esso salito a 54,2 punti a settembre, dai 51,5 punti del mese precedente. Il dato è superiore alle previsioni degli analisti, che attendevano un rialzo a 51,8 punti.

La corsa dei Cds

L'ultima giornata del trimestre delle Borse è dunque all'insegna delle vendite, che colpiscono il settore finanziario in primis ma si allargano anche a tutti gli altri comparti (qui l'andamento dei settori). Gli indici hanno comunque ridotto le perdite rispetto all'apertura. Il titolo Deutsche Bank ha aperto in profondo rosso toccando il minimo storico sotto quota 10 euro e zavorrando il listino tedesco (qui l'andamento del DAX 30) per poi azzerare le perdite. Volano sui massimi storici i cds su Deutsche Bank, ovvero quei contratti che coprono dal rischio di fallimento. Le vendite colpiscono anche Commerzbank, che ieri ha annunciato il taglio di 9.600 posti di lavoro (7.300 al netto delle nuove assunzioni) e lo stop al dividendo. In calo tutte le altre piazze finanziarie europee (qui l'andamento dei principali indici). Non fa eccezione il FTSE MIB che, anzi,segna una delle performance peggiori in Europa insieme a Madrid, appesantita dalla performance di Telefonica dopo la cancellazione dell'Ipo della sua sezione infrastrutture Telxius Telecom, a causa della debolezza della domanda degli investitori.

Anche a Piazza Affari colpiti innanzi tutto i bancari, ma anche gli assicurativi e il risparmio gestito, con i titoli in calo tra il 3% e il 5%. Poco dopo l'avvio il Banco Popolare è anche stato fermato in asta di volatilità con un -4,98%, poco dopo anche Unicredit, Unipol e Banca Popolare di Milano. Vendite anche su Ubi Banca nel giorno del board che deve esaminare le richieste della Bce per l'acquisto delle good banks, mentre slitta la scadenza fissata dalla Ue. Giù anche Mediaset nel giorno indicato per il closing con Vivendi e mentre sembra prendere piede una possibile trattativa con Sky. In territorio positivo solo Stmicroelectronics, sulla scia della possibile acquisizione dell'olandese Nxp Semiconductor da parte di Qualcomm per 30 miliardi di dollari e Tenaris.

Si torna ai beni rifugio: si allarga lo spread BTp/Bund. Euro debole, su lo yen

L'avversione al rischio riporta gli acquisti sul Bund tedesco, con i rendimenti sul decennale che scendono ai minimi da sei settimane e lo spread BTp/Bund che è tornato sopra i 140 punti base. Seduta ricca di spunti sul fronte macroeconomico. Il focus è sui prezzi, dopo che l’inflazione tedesca di settembre è arrivata allo 0,5%, massimo da 16 mesi. Nell'area euro a settembre l'inflazione ha raggiunto i massimi da due anni, con un +0,4% dopo il +0,2% di agosto, in linea con le attese. Anche in Italia i prezzi al consumo tornano a salire, dopo sette mesi consecutivi di cali tendenziali: secondo le stime preliminari, l'indice è salito dello 0,1% rispetto a settembre 2015 (era -0,1% ad agosto). Stabile al 10,1% la disoccupazione nell'Eurozona.

Nel pomeriggio dagli Stati Uniti arriveranno i redditi personali e le spese per consumi in agosto e il Pce (personal consumption expenditures price index), un indicatore di inflazione sempre molto seguito dalla Fed. Tra i numerosi dati in arrivo, anche il Pmi Chicago e la lettura finale della fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan. Prese di beneficio sul greggio (segui qui l'andamento di Brent e Wti) dopo il rally seguito all'annuncio dell'accordo preliminare dell'Opec sul taglio alla produzione e sulle perplessità degli effetti reali a lungo termine della decisione che, sottolineano gli analisti, deve comunque ancora essere concretizzata con le divisioni dei tagli tra i vari Paesi.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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