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Voci su patteggiamento per 5,4 miliardi, Deutsche Bank vola a Wall…

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indiscrezioni sul braccio di ferro

Voci su patteggiamento per 5,4 miliardi, Deutsche Bank vola a Wall Street

(Reuters)
(Reuters)

Il titolo Deutsche Bank ha ripreso a volare a Wall Street trascinando i listini ai massimi di seduta. Anche l’euro ha azzerato le perdite. Quotato attraverso American depositary receipts (Adr), titoli che rappresentano una società non americana che viene scambiata nei mercati finanziari Usa, il titolo guadagna a metà pomeriggio il 13% a poco meno di 13 dollari. Si tratta di un livello ben lontano dai minimi intraday record raggiunti ieri e pari a 11,19 dollari. L'adr risente di voci riportate da Afp secondo cui già nel fine settimana il Dipartimento di Giustizia potrebbe annunciare un patteggiamento per la vendita fraudolenta di mutui subprime avvenuta prima dello scoppio della crisi del 2008.

La multa che verrà imposta sembra si aggiri intorno ai 5,4 miliardi di dollari, molto meno dei 14 miliardi di dollari ipotizzati a metà settembre. Fu quella cifra monstre ad innescare le preoccupazioni sul futuro della banca tedesca. Se così fosse, il bisogno di una ricapitalizzazione o addirittura di un aiuto di stato da parte della Germania potrebbe venir meno. L’accordo non riguarderebbe solo la banca tedesca ma punterebbe a risolvere anche altri contenziosi.

Le indiscrezioni sono circolate all’indomani della telefonata fra Barack Obama e Angela Merkel. Da Berlino è stato smentito che il presidente Usa e la cancelliera abbiano parlato di Deutsche Bank, come detto dal portavoce dell'esecutivo tedesco alla conferenza stampa governativa del venerdì a Berlino. Ufficialmente Obama e Merkel si sono limitati a parlare di Siria e hanno condannato i bombardamenti russi e del regime siriano di Bashar al Assad su Aleppo, definendoli «barbari».

Due settimane fa era emerso che il governo americano aveva chiesto 14 miliardi di dollari a Deutsche Bank per scontare i «peccati» nei derivati immobiliari: una cifra da record nella storia degli scandali esplosi con la crisi finanziaria. Ma la banca tedesca aveva replicato picche, affermando che non avrebbe mai pagato mai una simile cifra e auspicando invece un accordo per una multa assai più contenuta, tale da permetterle di archiviare uno dei casi che più hanno scosso la sua reputazione e che hanno fatto tremare i mercati, lasciando presagire uno tsunami in stile Lehman.

In gioco, per le authority di Washington, sono i derivati su prestiti nel mercato residenziale americano che avrebbero visto l’istituto sottovalutare i rischi, ingannando investitori e risparmiatori sulla loro tossicità.

Le cifre sulla sanzione finale in questi casi sono difficili da prevedere: tradizionalmente, come ha sottolineato Deutsche, le autorità statunitensi alzano il tiro prevedendo significativi ridimensionamenti della richiesta. Goldman Sachs cominciò da 15 miliardi e ne versò 5,1. JP Morgan da 20 per scendere a 13. Complessivamente JP Morgan, Citigroup e Morgan Stanley hanno pagato 23 miliardi per derivati immobiliari tossici fatti ingoiare agli investitori.

La prima banca tedesca (che a fine 2015 si ritrovava in pancia circa 42 mila miliardi di derivati lordi, circa 15 volte il Pil tedesco) può a suo favore rivendicare volumi di business inferiori ai rivali: nei due anni considerati i suoi titoli garantiti da mutui subprime sono stati pari a un terzo rispetto a Goldman e a un tredicesimo di quelli di Bank of America, detentrice della sanzione record con 16,6 miliardi. Parte di un tesoro di risarcimenti imposti al settore bancario per molteplici scandali per truffa e manipolazione che sfiora i 200 miliardi.

Non sempre, però, le multe si sono rivelate proporzionali al business, prendendo in esame anche la gravità delle violazioni. E quel che è certo è che la cifra inizialmente messa sul tavolo dal governo nella vicenda Deutsche ha colto di sorpresa vertici dell’istituto e analisti.

Il management tedesco aveva ipotizzato una sanzione da due o tre miliardi, anche in considerazione di 1,9 miliardi pagati a fine 2013 per simili derivati ad autorità federali del settore casa. E aveva stanziato, al 30 giugno, solo 6,2 miliardi in dollari per spese legali pur indicando di voler rimpinguare questa cassaforte. Tra gli osservatori la cifra circolata era poco superiore, tra i 2 e i 5 miliardi.

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