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Deutsche Bank affronta il nodo aumento di capitale dopo la multa Usa

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Mercato e Credito

Deutsche Bank affronta il nodo aumento di capitale dopo la multa Usa

(Bloomberg)
(Bloomberg)

Francoforte- I mercati finanziari hanno tirato un sospiro di sollievo collettivo venerdì pomeriggio quando si è diffusa l'indiscrezione, raccolta dall'agenzia Afp e tuttora non confermata, che Deutsche Bank avrebbe raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per pagare una multa di 5,4 miliardi di dollari invece dei 14 miliardi inizialmente richiesti. Oltre alla somma, un elemento favorevole alla banca tedesca è l'impressione che il negoziato con l'amministrazione Usa (che riguarda scorrettezze nel collocamento di titoli cartolarizzati) possa avere tempi relativamente brevi. È possibile che il Dipartimento di Giustizia voglia concludere il procedimento prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti all’inizio di novembre, il che contribuirebbe a rimuovere una fonte di enorme incertezza sul futuro di Deutsche Bank, che nelle ultime settimane ne ha violentemente destabilizzato le azioni. La vicenda potrebbe però complicarsi se le autorità americane decidessero di chiudere, con un solo pacchetto, anche il negoziato con altre banche europee coinvolte, come Barclays e Credit Suisse.

Se 14 miliardi di dollari avrebbero rappresentato una botta molto pesante per i conti dell'istituto di Francoforte e quasi certamente forzato un aumento di capitale, la cifra circolata venerdì pomeriggio potrebbe rientrare in una dimensione più tollerabile. Deutsche Bank ha accantonato 5,5 miliardi di euro per la soluzione di inchieste e cause in cui è ancora coinvolta (dopo esser stata la banca che negli anni scorsi ha già pagato, per diversi scandali, le multe più alte alle autorità di vari Paesi) e ha a disposizione altri 1,7 miliardi. Oltre al negoziato in corso con la giustizia Usa, restano però pendenti almeno altre tre vicende di notevole portata (fra cui un'inchiesta in Russia), che l'amministratore delegato della banca John Cryan ha dichiarato di voler risolvere in tempi rapidi.

LA CADUTA DEL TITOLO DEUTSCHE BANK NELL’ULTIMO ANNO
DBKGn.DE (Fonte: Thomson Reuters)

Le brusche oscillazioni di mercato in queste settimane (nella sola giornata di venerdì, le azioni hanno perso il 9% per poi guadagnare il 6,4%, il debito subordinato è sceso a nuovi minimi, il costo di assicurazione contro il default è salito) e la caduta del 50% in Borsa dall'inizio dell'anno rivelano peraltro che gli investitori continuano a ritenere Deutsche Bank estremamente fragile: a titolo di confronto, il calo dell'indice delle azioni delle banche in Europa è stato circa la metà di quello della banca tedesca. «La banca si sta avvicinando a una crisi di fiducia generale, ma non ci siamo ancora», sostiene Jacob Funk Kirkegaard, economista del Peterson Institute di Washington.

Se la maggior parte degli analisti è convinta che la banca non sia certo sull'orlo del collasso e che probabilmente non avrà bisogno degli aiuti di Stato ventilati negli ultimi giorni (legalmente possibili, ma politicamente tossici per il cancelliere Angela Merkel sia sul fronte interno sia su quello europeo, dopo la linea dura assunta sulle banche italiane, come sosteneva oggi la stampa tedesca), è altrettanto diffusa la convinzione che avrà bisogno quanto prima di un aumento di capitale e che potrebbe annunciarlo una volta chiusa la partita con il Dipartimento di Giustizia Usa. «Gli ultimi eventi hanno sottolineato che l'attuale modello di business di Deutsche Bank è insostenibile – afferma ancora Kirkegaard – Semplicemente non le può essere consentito di operare con un bilancio da 1.500 miliardi di euro e solo poche decine di miliardi di euro di capitale».

L’incertezza degli investitori sul bilancio di Deutsche Bank è accentuata anche dall’enorme portafoglio di derivati (oltre 600 miliardi), nel quale l'attenzione dei mercati è concentrata soprattutto sull'attivo cosiddetto di livello 3, pari a 28,8 miliardi di euro, il cui valore viene calcolato sulla base di modelli interni e viene ritenuto da molti investitori opaco, oltre che illiquido. Fa parte di queste posizioni, secondo informazioni raccolte dal Sole 24 Ore in ambienti finanziari a Londra e a Francoforte, una “scommessa” sui tassi d'interesse che comporta per Deutsche Bank una perdita finché i tassi restano agli attuali livelli vicino allo zero.

Nei mesi scorsi, sia Cryan, sia il capo economista della banca, David Folkerts-Landau, sono stati fra i critici più stridenti della politica dei bassi tassi d'interesse della Banca centrale europea. I timori sulla questione degli attivi di livello 3, peraltro non condivisi da tutti gli analisti di mercato, derivano dal fatto che a fronte di questi attivi il capitale primario della banca (Cet1) è di soli 56 miliardi di euro.

L'altra questione irrisolta è la strategia della banca. Dopo aver avviato, con l'acquisizione di Postbank e il rafforzamento del retail, una diversificazione dall'investment banking, dal quale in passato ha tratto la maggior parte degli utili, ma che è anche all'origine degli scandali che Deutsche sta pagando a caro prezzo ed è divenuto più costoso con le nuove regole del dopo-crisi, il management ha poi fatto marcia indietro annunciando la cessione di Postbank e la chiusura di centinaia di sportelli. In Germania, DB fatica a competere con le casse di risparmio, mentre sui mercati internazionali ha perso terreno rispetto ai concorrenti americani. L'asset management, considerato uno dei punti di forza del futuro, viene ora individuato come possibile oggetto di dismissione per rafforzare il capitale.

A un eventuale aumento di capitale (sui mercati si discute più il “quando” che il “se”) la banca dovrà presentarsi avendo risolto in modo convincente queste incertezze.

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