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Brexit e i mandati ai gestori esteri. Ecco gli effetti sulle pensioni…

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Brexit e i mandati ai gestori esteri. Ecco gli effetti sulle pensioni italiane

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Theresa May, premier inglese, è stata chiara: entro marzo prossimo verrà avviato il processo per la Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Una decisione che avrà, tra l’altro, possibili ripercussioni sulla gestione delle pensioni di alcuni milioni di italiani.

La legge che ha istituito in Italia i fondi pensione complementari (252/2005, nota come «riforma Maroni») prevede che a gestirne le risorse siano fra l’altro soggetti anche stranieri ma che abbiano sede legale in uno dei Paesi dell’Unione europea. Il testo di legge, per la precisione (articolo 6 comma 1 lettera a), indica la «sede statutaria» che ha appunto la funzione di individuare l’ordinamento di riferimento. Stesso discorso per le casse di previdenza dei professionisti italiani: a breve dovrebbe finalmente essere pubblicato il decreto che regola gli investimenti di questi enti e, per quanto riguarda i gestori stranieri, il riferimento è all’articolo 6 della legge 252/2005. Quindi anche in questo caso la sede statutaria della società di gestione straniera dovrà essere nella Ue; cosa accadrà dunque quando la Gran Bretagna ne uscirà?

Sui fondi pensione vigila la Covip, l’authority del settore, che ha anche una funzione di monitoraggio sulle casse previdenziali. A questo punto cosa devono fare gli enti che si apprestano a lanciare bandi di gara per dare mandato per la gestione dei loro patrimoni? Da Covip fanno sapere che al momento la situazione è seguita con attenzione, ma non c’è ancora alcuna formale iniziativa da parte dell’authority. La Brexit ancora non è stata avviata benché vi siano le chiare dichiarazioni della premier May. Wait and see quindi: si aspetta di vedere quello che accade. Ma nel momento in cui un fondo pensione o una cassa di previdenza dovrà spostare da un gestore senza requisiti a un altro i propri patrimoni, dovranno farsi carico di eventuali costi. Non potrebbe essere studiata allora una soluzione di transizione?

Un caso concreto è quello del fondo pensione Cometa (metalmeccanici) il più grande in Italia con 400mila iscritti, 10 miliardi di patrimonio e che giovedì 13 ottobre ha nominato Maurizio Benetti come nuovo presidente; ebbene, il 30 settembre ha assegnato i mandati di gestione per oltre 8 miliardi. Fra i vincitori del bando vi sono BlackRock IM e State Street Global Advisors, due asset manager americani tra i più grandi del mondo che hanno la sede a Londra e in Italia solo una branch. Che succederà dunque da marzo in poi quando verrà avviata la Brexit? BlackRock e State Street hanno preferito non commentare. Da Cometa fanno sapere che «all’atto della proclamazione i gestori avevano i requisiti previsti dal bando» e in caso di cambiamenti saranno seguite le procedure previste. Una situazione di transizione quindi che speriamo venga regolata al più presto da Covip e dai ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) per evitare costi aggiuntivi.

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