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Così l’effetto cambio ribalta l’andamento delle Borse mondiali

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Così l’effetto cambio ribalta l’andamento delle Borse mondiali

(Ansa/Ap)
(Ansa/Ap)

Dipende da quale prospettiva la si guarda. Questo principio vale in qualsiasi ambito. In fisica quantistica lo chiamano “punto di vista dell’osservatore”. In finanza potremmo definirlo “punto di vista dell’investitore”. Applicandolo alle Borse emergono risultanti curiosi. Ad esempio se osserviamo la performance della Borsa di Londra dalla prospettiva di un londinese il listino da inizio anno sale del 12,5 per cento. Ma se osserviamo lo stesso listino, con le stesso paniere di azioni all’interno, dalla prospettiva di un investitore dell’area euro, la performance viene ribaltata (-7,9%). Può accadere anche il contrario. Per i giapponesi l’indice Nikkei quest’anno sta perdendo il 10,8%, ma per un investitore che ha comprato quel listino in euro la performance da inizio anno è positiva (+1,5%).

Questi esempi ci indicano che l’effetto cambio può essere determinante anche in Borsa. Spesso siamo abituati a scindere i due mondi, ovvero quello delle azioni e quello delle valute. Ma in realtà se si punta su un mercato che viaggia con una valuta diversa dalla propria, non bisognerebbe sottovalutare la dinamica delle fluttuazioni della valuta del Paese dove si investe.

La regola è la seguente, ed è anche molto intuitiva, se non banale. Se un investitore dell’area euro acquista titoli denominati in un’altra valuta, l’effetto cambio sarà positiva (quindi andrà a incrementare la performance complessiva del titolo) se nell’arco dell’investimento l’altra valuta si sarà rivalutata nei confronti dell’euro. Accadrà il contrario se nel frattempo la valuta avrà perso valore nei confronti dell’euro. Questo secondo scenario si è verificato per chi ha puntato dopo la Brexit sul Ftse-100, l’indice principale della Borsa di Londra. Dato che la sterlina da allora ha perso il 15% nei confronti dell’euro, la performance positiva dell’indice Ftse-100 (+12% per un londinese) diventa negativa per un investitore europeo. Le azioni inglesi sono cresciute in termini di pound ma nel momento della conversione in euro l’investitore ci perde (perché quegli stessi pound nel frattempo valgono meno euro di quante ne valevano al momento dell’acquisto).

L’effetto-cambio è ancora più clamoroso se analizziamo la performance della Borsa brasiliana. L’indice Bovespa da inizio hanno è salito del 44 per cento. Non è così per un investitore dell’area euro. In questo caso il guadagno è stato del 76% (perché nel frattempo il real brasiliano si è apprezzato considerevolmente nei confronti dell’euro).

BORSE E VALUTE, QUANTO INCIDE L'EFFETTO CAMBIO SUI LISTINI
L'andamento in percentuale delle principali Borse in valuta locale e in euro

«Nel calcolo delle performance di un indice azionario occorre tenere in conto dell'effetto cambio, soprattutto se il movimento della valuta locale è forte e violento. Il caso della sterlina degli ultimi mesi, come quello del franco svizzero (l'apprezzamento fece precipitare l'indice dell'8% in una sola seduta), sono un chiaro esempio - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig -. Generalmente in questi casi, gli investitori esteri tendono a tenere conto dell'effetto valutario del Paese coinvolto ed escono. Dal 23 giugno la sterlina ha perso quasi il 15% verso euro con le conseguenze del caso per un investitore in euro.

« Il discorso non vale per un investitore inglese che decide di rimanere esposto sul proprio indice - prosegue -. Dall'investimento finanziario trarrebbe un guadagno. Questi però dovrà poi “fare anche i conti” con le motivazioni che hanno spinto alla svalutazione della divisa del proprio Paese che potrebbero avere conseguenze negativa sulla propria economia. Ad esempio la svalutazione della sterlina sta facendo salire i prezzi dei beni importati e sta spingendo il Regno Unito a importare inflazione. Non si tratta di un’inflazione sana, legata alla crescita economica, ma all’effetto-cambio».

Secondo Matteo Paganini, strategist di Fxcm «l'andamento di un asset finanziario (in questo caso stiamo parlando di Borse) dipende dal sentiment degli investitori che si tramuta in flussi di capitali in entrata o in uscita dallo stesso. Il fatto che esistano diverse valute porta a dover considerare due aspetti. Il primo riguarda il fatto che occorre possedere la valuta in cui è quotato uno strumento per poterlo acquistare. Il secondo, che i flussi di cassa derivanti dall'attività posseduta, saranno espressi sempre nella valuta di riferimento che dovrà poi essere convertita nella valuta domestica dell'investitore, a meno che egli non decida di mantenere liquidità in divisa estera al fine di utilizzarla per altri investimenti o per consumi all'interno del Paese estero».

«Questo deve farci riflettere - prosegue - sul fatto che le performance non depurate dall'effetto cambio riflettono le idee generali degli investitori di tutto il mondo che si ripercuotono, effettivamente, sul valore di un asset. Si pensi per esempio anche ad un’obbligazione che offre determinati rendimenti e che stacca cedole, per esempio, in dollari. Il rendimento è determinato dalla domanda e dall'offerta che arriva dagli investitori (equilibrio di mercato, esattamente come per tutti gli altri strumenti finanziari), i flussi di cassa invece saranno in dollari, il che significa che se l'investitore è americano non avrà bisogno di convertire i dollari in altra valuta, se invece l'investitore è denominato in valuta diversa dal dollaro, avrà bisogno di coprirsi dal rischio di cambio. Le performance pure degli indici riflettono il reale equilibrio di mercato, se poi ci si cala in realtà denominate in valuta diversa da quella relativa allo strumento in esame, occorrerà coprirsi dal rischio di cambio».

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