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Accordo da 80 mld fra At&t e Time Warner. Faro delle autorità

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secondo il wall street journal

Accordo da 80 mld fra At&t e Time Warner. Faro delle autorità

Foto Reuters
Foto Reuters

AT&T ha raggiunto un accordo da oltre 80 miliardi di dollari per l'acquisto di Time Warner. Un merger che darà vita a un colosso capace di affiancare, come pochi rivali, tecnologie e contenuto, reti di telecomunicazione via cavo, satellitari, wireless con prodotti e programmi originali - insomma di rivendicare una posizione di leadership, con una market cap combinata da oltre 300 miliardi, in quello che è diventato il nuovo settore dei media. L'annuncio formale era atteso fin dalla notte ad un prezzo compreso tra i 105 e i 110 dollari per azione rispetto agli 89,48 dollari ai quali Time Warner ha terminato la seduta di venerdì. I consigli di amministrazione delle due società si sono riuniti immediatamente per approvare la fusione, che dovrebbe essere completata entro la fine del 2017 se passerà il vaglio delle autorità antitrust.

Le dimensioni e ambizioni del deal hanno giustificato l'urgenza con la quale AT&T ha chiuso la partita dopo che i negoziati erano iniziati informalmente soltanto da poche settimane: è la più grande operazione nel settore da quando Comcast nel 2011 rilevò la NbcUniversal. L'obiettivo è tenere testa o surclassare i nuovi re di Internet e dell'hi-tech: la rivoluzione dello streaming e dei social network, da Google a Facebook e Amazon, che erode gli spazi dei tradizionali gruppi di tlc e di entertainment facendo leva sui nuovi modelli di cosiddetto «consumo non lineare> di informazione e spettacolo, cioè i paradigmi «on demand». L'arma del nuovo gigante: AT&T vanta milioni di abbonati ai suoi servizi wireless e di pay Tv; Time Warner porta in dote la programmazione sofisticata e popolare di canali quali Hbo, Cnn, Tnt e la casa cinematografica Warner Bros.

AT&T ha visto così in Time Warner un tassello cruciale della propria trasformazione in società multimediale dopo aver conquistato l'anno scorso per quasi 50 miliardi il colosso della Tv satellitare Direct Tv e consolidato il secondo posto alle spalle di Verizon nella telefonia mobile. Neppure il livello del debito, che nel nuovo gruppo combinato potrebbe raggiungere i 200 miliardi, ha scoraggiato quella che viene vista come una priorità strategica. Il settore delle tlc, oltretutto, appare ormai maturo per mettere a segno nuove significative acquisizioni, spostando progressivamente l'attenzione di AT&T e del suo Ceo e Chairman, il 56enne Randall Stephenson, su prede di «contenuto» per mettere a segno espansioni a base di integrazioni verticali - appunto distribuzione e contenuto - nel business multimediale.

Per Time Warner - paradossalmente protagonista d'una nuova fusione trasformatrice 16 anni dopo un'altra scioccante ma fallimentare cessione, al pioniere di Internet Aol - la vendita riflette la necessità di diventare oggi parte di un nuovo conglomerato per il 21esimo secolo allo scopo di competere sempre più efficacemente con i colossi di tech e new media della Silicon Valley. L'azienda si è resa appetibile in questi anni grazie a drastici snellimenti avvenuti con la cessione o lo scorporo di sistemi di cavi, di attività musicali, della storica editoria di Time e dell'obsoleta Aol e concentrandosi invece unicamente sulla produzione di contenuto di qualità. Il deal rappresenta anche un successo personale per il chief executive di Time Warner Jeff Bewkes, che nel 2014 aveva respinto le avance di 21st Century Fox di Rupert Murdoch per un accordo da 85 dollari per azione. Bewkes, 64 anni, aveva giudicato l'offerta inadeguata, esponendosi a critiche da parte di alcuni investitori. Recenti abboccamenti con Apple a loro volta erano finiti nel nulla prima della stretta negoziale con AT&T.

Il mercato è parso adesso dare il proprio assenso alla nuova operazione spingendo il titolo di Time Warner, che nel 2016 aveva già guadagnato oltre il 20%, al rialzo di quasi il 10% nella seduta di venerdì, in risposta all'emergere delle indiscrezioni su una imminente intesa. L'ostacolo maggiore per dare i natali al nuovo protagonista dei media americani e internazionali potrebbe adesso arrivare dall'esame dell'antitrust. Le authority statunitensi avevano già mostrato dubbi al cospetto della combinazione Comcast-NbcUniversal e un'analisi approfondita dell'impatto del nuovo maxi-merger sulla concorrenza e i consumatori appare certa. Né manca qualche scetticismo sull'esecuzione del merger: gli analisti di Cowen hanno rimarcato che, dietro alla grande scommessa di trasformare old media in new media, c'è un matrimonio di distribuzione e contenuto che ha una lunga quanto travagliata storia nella Corporate America.

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