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Facebook, balzo di utili e ricavi grazie alla pubblicità…

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Facebook, balzo di utili e ricavi grazie alla pubblicità «mobile»

(Afp)
(Afp)

Facebook polverizza le previsioni di bilancio: il colosso di Internet guidato da Mark Zuckerberg nel terzo trimestre ha riportato profitti quasi triplicati a 2,38 miliardi di dollari da 896 milioni, pari a 1,09 dollari di utili per azione contro i 97 centesimi attesi. Il fatturato è salito del 56% a 7,01 miliardi di dollari contro i 6,92 ipotizzati. Gli utenti mensili sono a loro volta ancora aumentati oltre le previsioni, del 16% a 1,79 miliardi contro stime di 1,75.

Le attese erano già progressivamente cresciute in ottimismo: gli analisti prevedevano utili in aumento del 70% e soprattutto un aumento delle entrate del 54% dopo che nelle ultime cinque trimestrali il re dei social network ha sempre battuto le anticipazioni e nelle ultime tre occasioni ha riportato incrementi superiori al 50 per cento. Facebook può far leva sull’impennata non solo della pubblicità digitale come Google ma di quella «mobile» in particolare, che rappresenta l'84% della sua raccolta: la marcia delle inserzioni su gadget wireless sfiora ormai la metà della raccolta digitale negli Stati Uniti e dovrebbe quest’anno raggiungere i 30 miliardi. La società sta inoltre sviluppando aggressivamente la sua presenza video, un mercato pubblicitario da 70 miliardi soltanto in America.

Tuttavia, proprio sulla previsione di un significativo rallentamento della crescita pubblicitaria a metà del prossimo anno il titolo ha perso ieri in Borsa fino al 7% nel dopo mercato.

In ogni modo, il contrasto di simili exploit con i media tradizionali rimane forte. Il New York Times ha riportato ieri una caduta della pubblicità cartacea del 19% nel terzo trimestre, dopo un calo gia' del 14% nel secondo. La raccolta da inserzioni è complessivamente diminuita di un più contenuto 8%, aiutata da un aumento del 21% nelle inserzioni digitali in ripresa da precedenti flessioni. Gli abbonamenti solo digitali sono inoltre aumentati di 116.000, a 1,3 milioni, e contando altri prodotti a 1,6 milioni. Il suo modello di business prevede ormai di far leva sempre piu' su abbonamenti anziché sulla pubblicità. Se il bilancio ha battuto le previsioni, i profitti operativi sono scesi a 38 milioni da 49 e il fatturato è scivolato dell'1 per cento. Per rafforzare la presenza digitale il Times ha varato martedì la sua ultima iniziativa, il progetto video di realtà virtuale Daily 360. Ma ha soprattutto in preparazione nuovi tagli alla redazione, all'indomani di un piano editoriale al 2020 in procinto di essere annunciato.

Tagli significativi sono in arrivo anche al Wall Street Journal, finora risparmiato ma che ora starebbe mancando del 30% gli obliettivi di bilancio. Un memorandum interno da parte del direttore Gerry Baker li ha anticipati offrendo inizialmente buyout volontari. Il progetto al 2020 prevede un ripensamento o eliminazione di intere sezioni quali l'inserto locale accelerando riduzioni dei costi che dal 2007 a oggi sarebbero state forse del 20% contro il 40% del rivale Times. L’obiettivo è triplicare gli abbonati solo digitali da uno a tre milioni entro la fine dell'anno prossimo.

La pubblicità sulla stampa negli Stati Uniti dovrebbe terminare il 2016 in calo dell’11% a 12,5 miliardi, un quinto dei livelli pre-Google. Al contempo le entrate da inserzioni digitali, inferiori e divorate da social network e new media, non rendono abbastanza da compensare la perdita. I tempi difficili hanno anche fatto fallire la fusione tra Gannett e Tronc, che controlla Los Angeles Times e Chicago Tribune. Dopo risultati deludenti di Gannett, che ha tagliato il 2% dei posti di lavoro davanti flessioni del 15% nella pubblicità, due delle tre banche che avevano offerto di finanziare l’operazione si sono tirate indietro.

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