La fuga verso la qualità e l’acquisto sfrenato degli asset più sicuri, scatenato dalla vittoria di Donald Trump che ha colto i mercati di sorpresa “lunghi” di Clinton, ha perso in queste prime ore di trading europeo l’impeto del panico notturno: tuttavia gli operatori finanziari, i traders e gli investitori istituzionali restano con la guardia alta in attesa di approfondire e valutare le prime mosse del nuovo presidente repubblicano. Il discorso inaugurale, con toni “presidenziali” ha calmato i mercati ed evitato il panico, ma non li ha rassicurati. I BTp, inizialmente colpiti da un corposo sell-off con il rendimento del decennale che galoppava verso quota 1,80%, hanno recuperato terreno riportandosi attorno all’1,75%: lo spread tra i BTp e i Bund, schizzato a quota 167 dalla chiusura pre-elezioni di 154, è tornato in zona 160, comunque più largo a conferma della trend nella direzione dei lidi più sicuri. Il rendimento dei Bund è infatti intanto calato da 0,18 a 0,13%: resta da vedere cosa accadrà agli asset europei con l’apertura del mercato Usa questo pomeriggio. La volatilità è elevata.
I prezzi dei Treasuries Usa sono volati all’insù stanotte per correggere alla disperata un'esposizione lunga che puntava sulla vittoria di Hillary Clinton.
Il rendimento dei Treasuries Usa a dieci anni è stato registrato in calo fino all' 1.74% stanotte dall'1,85% della chiusura pre-elezioni, quello a 5 anni all'1,15% e quello dei Treasuries a due anni cala allo 0,72%. Il mercato ha poi corretto con un’irripidimento della curva dei rendimenti: il calo è rimasto ma sul tasso a due anni (perchè con Trump alla Casa Bianca si è ridotta la probabilità di aumento dei tassi da parte della Federal Reserve in dicembre), piuttosto stabile per ora il rendimento del decennale ma è salito quello dei Treasuries a 30 anni, forse per iniziare a scontare un aumento dell’inflazione o comunque delle emissioni di titoli di Stato per finanziare a debito l’ambizioso programma di investimenti pubblici di Trump. Il prezzo al rialzo dei bond, non solo i Treasuries ma di Bund, titoli di Stato tedeschi, giapponesi e gilt inglesi, riflette la fuga verso la qualità, come fu per Brexit.
In questo contesto non molto propenso al rischio, i BTp rimangono titoli “periferici”, più rischiosi rispetto ai bond con rating AA e AAA, e non vengono acquistati in un clima di risk-off. Lo spread BTp/Bund, già in tensione di suo per l’instabilità portata dal referendum sulla riforma costituzionale, era destinato ad allargarsi con la vittoria di Trump e così finora è stato: resta incertezza e volatilità sul futuro della politica fiscale, estera ed economica negli Usa e quindi sulle prospettive di crescita del Pil americano.
© Riproduzione riservata