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Lo spread in altalena tra referendum e Trump

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L'Analisi|l’analisi

Lo spread in altalena tra referendum e Trump

Lo spread tra Btp e Bund ora si allarga e ora si stringe, conteso tra forze diverse che lo spingono in tante direzioni, che si alimentano tra di loro o si annullano: ieri è salito e ha superato quota 180, tornando a livelli (non altissimi in termini assoluti) di oltre un anno fa, questa mattina è ricalato attorno a 170. Il rendimento del BTP decennale comunque resta attorno al 2 per cento.

La volatilità in questo momento ha la meglio. Pesa il pericolo di una crescente instabilità politica, la crescita fragile ma che c’è ed è confermata nel terzo trimestre, l'arrivo di Trump alla Casa Bianca, il QE della Bce…

Due i trend principali sottostanti che si possono percepire al momento: il primo è dovuto a motivi interni, domestici, ed è l'allargamento dello spread causato dall'incertezza politica del referendum, quindi un peggioramento del rischio-Italia rispetto alla Germania, rispetto a quello che il mercato considera il rischio sovrano più solido in tutta l'Eurozona.

Il secondo grande movimento è stato provocato finora (e resta da vedere se è in arrivo una correzione per overshooting, se il mercato ha corso troppo in avanti troppo velocemente) dal forte rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato americani che ha trascinato violentemente all'ingiù i prezzi dei bond governativi europei sulla scommessa di reflazione trumpiana. Portando il rendimento dei Btp in zona 2% e quello dei Bund attorno allo 0,30 per cento.

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