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Popolari, il Consiglio di Stato sospende iter attuazione riforma

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stop a circolare bankitalia

Popolari, il Consiglio di Stato sospende iter attuazione riforma

(Agf)
(Agf)

I dubbi sulla costituzionalità della riforma delle banche popolari, sollevati da alcuni soci e associazioni, non sono infondati e sul tema dovrà quindi esprimersi la Corte Costituzionale. Questo il verdetto della Sesta Sezione del Consiglio di Stato che, in attesa del pronunciamento della Consulta, ha intanto sospeso l'efficacia della circolare della Banca d'Italia per quanto riguarda la possibilità di sospendere il rimborso delle azioni su cui è stato esercitato il diritto di recesso in relazione alla trasformazione in Spa. La riforma per gli istituti bancari è stata varata dal governo nel 2015. .

I punti sotto l’obiettivo del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha rilevato la «non manifesta infondatezza» delle questioni di legittimità costituzionale sollevate nei confronti della legge di riforma delle banche popolari e ha quindi «sollevato la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1 del decreto legge 24 gennaio 2015». In attesa della pronuncia della Consulta, inoltre, il Consiglio di Stato «accoglie interinalmente, in parte, l’istanza cautelare e, per l'effetto, sospende parzialmente, con le sentenze appellate, l’efficacia dell’impugnata circolare della Banca d'Italia» in particolare per quanto riguarda la possibilità di limitare il rimborso delle azioni oggetto di recesso.

Questione di legittimità sollevata su due profili
Nel dettaglio, il Consiglio di Stato ha sollevato la questione di legittimità costituzionale in relazione a due profili: in primo luogo la possibilità che il diritto al rimborso delle azioni oggetto di recesso «possa essere limitato (anche con la possibilità, quindi, di escluderlo tout court) e non, invece, soltanto differito entro limiti temporali predeterminati e con previsione di un interesse corrispettivo». In secondo luogo a essere sotto esame è la parte in cui si «attribuisce alla Banca d’Italia il potere di disciplinare le modalità di tale esclusione, nella misura in cui detto potere viene attribuito “anche in deroga a norme di legge”, con conseguente attribuzione all'istituto di Vigilanza di un potere di delegificazione in bianco, senza la previa e puntuale indicazione, da parte del legislatore, delle norme legislative che possono essere derogate e, altresì, in ambiti verosimilmente coperti da riserva di legge». Quanto alla sospensione delle disposizioni attuative di Bankitalia, lo stop riguarda le norme che impediscono a una holding cooperativa di detenere la maggioranza di una banca Spa e quelle che consentono alle banche di non rimborsare le azioni oggetto di recesso.

L’avvocato del ricorso: meglio rinviare assemblea Pop Bari e Sondrio
«L'ordinanza del Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il nostro ricorso. La soluzione migliore adesso è rinviare le due assemblee che ancora mancano per la trasformazione in spa, Popolare di Bari e Popolare di Sondrio», ha commentato Fausto Capelli, uno degli avvocati che ha presentato il ricorso contro le disposizioni di Bankitalia sulla riforma delle popolari, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato. «Dobbiamo aspettare - ha dichiarato all’Adnkronos - la Corte costituzionale per avere certezze sul diritto di recesso e per dire ai soci come comportarsi».

Le reazioni in Borsa
Subito reazioni in Borsa dopo lo stop cautelare del Consiglio di Stato alla circolare Bankitalia per attuare la riforma e in particolare le regole per il recesso. In chiusura Ubi cede il 4,66%, Bpm (- 0.3%) e Banco Popolare lo 0,6%. Il Creval in controtendenza guadagna l'1,3%. L'ultima delle popolari a deliberare la trasformazione è stata Bper lo scorso fine settimana (-2%). La Popolare di Sondrio, che riunisce fra due settimane l'assemblea per deliberare la trasformazione in spa, cede il 3,6 per cento.

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