Il patrimonio della Popolare di Vicenza ha subito danni nell'ordine di “diverse centinaia di milioni” per gli investimenti nei fondi Athena e Optimum e per le politiche creditizie messe in atto dai vecchi vertici. A scriverlo, nero su bianco, in vista dell'assemblea del 16 dicembre chiamata a votare l'azione di responsabilita', il nuovo consiglio di amministrazione dell'istituto, presieduto da Gianni Mion. Nella relazione per l'assemblea viene spiegato anche che “la quantificazione di tale danno andrà verosimilmente incrementandosi in sede giudiziale, tenuto conto sia del danno potenziale sia dell'ingente danno reputazionale subito dalla Banca, che ha determinato la grave perdita di raccolta dalla clientela”.
Dall'analisi svolta dall'attuale Cda della Banca Popolare di Vicenza sono emerse «gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei rischi connessi all'erogazione del credito, riconducibili a una valutazione spesso incompleta, superficiale o erronea» e da imputare a chi ha governato la banca tra gennaio 2013 e maggio 2015.
Nel mirino di Mion e degli altri consiglieri ci sono «ex direttori generali e di ex vice direttori generali, di ex amministratori esecutivi e non esecutivi (incluso il Presidente del Consiglio di Amministrazione), nonché di ex sindaci, in carica fino al maggio dello scorso anno»; si tratta, in pratica, dell'ultimo triennio della gestione di Gianni Zonin e dell'ex dg Samuele Sorato.
La banca, in questo primo momento, si é concentrata sugli investimenti nei Fondi Athena Capital Balanced Fund e Optimum Evolution Multistrategy I-II, le erogazioni di finanziamenti a soggetti privi di merito creditizio o senza garanzie, violazioni e carenze riferibili all'ex direzione generale e a ex amministratori. Sarà poi possibile anche un'estensione del perimetro delle contestazioni ai vecchi vertici, anche a seguito delle indagini della magistratura, che consentiranno “senza ombra di dubbio integrare il quadro degli illeciti a fondamento della domanda risarcitoria”.
Ma le richieste potrebbero allargarsi anche alla società di revisione Kpmg: “la natura delle violazioni sin qui emerse - si legge nel documento - lascia già intravedere possibili profili di responsabilità anche in capo alla società all'epoca incaricata della revisione legale dei conti, Kpmg, nonché nei confronti delle persone che hanno collaborato nella revisione”.
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