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Mps, «forti perplessità» di Atlante.…

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l’AUMENTO DI CAPITALE

Mps, «forti perplessità» di Atlante. Un’incognita in più sul salvataggio

Foto Ansa
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Mentre è entrata nel vivo la corsa contro il tempo di Mps per la ricapitalizzazione da cinque miliardi ( la conversione dei bond è iniziata giovedì, l’aumento rivolto agli istituzionali si apre oggi e al termine si dovrebbe un ultimo collocamento a ad alcuni grandi investitori) spuntano nuove perplessità sul fronte della cartolarizzazione, e in particolare nei rapporti tra il Monte, Atlante e le banche d’affari che seguono l’operazione.

In un comunicato diffuso in tarda mattinata dalla banca si legge che «il 17 dicembre 2016, Quaestio ha manifestato alla Società le forti perplessità e tematiche in merito al termsheet dei senior bridge loan riguardo cui la Banca ha già espresso il proprio gradimento sottoscrivendolo». La Banca precisa che «a seguito di tale lettera sono in corso tra la società e Quaestio approfondimenti al fine di individuare eventuali soluzioni alternative». Inoltre per Mps resta inteso che «qualora non si potesse addivenire a un positivo componimento delle tematiche indicate da Quaestio, l'operazione non potrebbe concludersi in conformità ai termini ed alle condizioni dell'autorizzazione ricevuta dalla Banca Centrale Europea che prevede obbligatoriamente la conclusione dell'operazione entro il 31 dicembre 2016». «Atlante prenderà una decisione tra oggi e domani. Intesa è favorevole perché venga perfezionata l'operazione», ha detto l'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo
Messina.

In pratica, dei tre pilastri dell’operazione (cartolarizzazione, prestito -ponte, aumento di capitale), anche i primi due traballano. Il tema, come anticipato da Il Sole 24 Ore in edicola ieri, è nel mancato accordo tra Atlante, il Monte e le banche d’affari (Jp Morgan, Mediobanca, Credit Suisse, Citi) sul prestito ponte da 6 miliardi destinato a coprire la tranche senior della cartolarizzazione prima che finisca sul mercato. Secondo quanto si apprende, nelle ultime settimane sono emerse divergenze sullo schema dell’operazione studiata a luglio, e in particolare sulla ripartizione dei 27 miliardi di Npl tra le tranche junior, mezzanina e senior. Si tratta di un’incognita in più, e non da poco: senza un accordo tra i tre soggetti, anche qualora si dovessero trovare i 5 miliardi sul mercato il salvataggio sarebbe destinato a saltare. Ben diverso il caso in cui dovessere intervenire lo Stato: la cartolarizzazione potrebbe avvenire in un secondo momento, anche senza Atlante, e dunque l’accordo sarebbe irrilevante.

Sempre nel comunicato di oggi Mps comunica di aver raggiunto con le banche d’affari (in questo caso il plotone è più ampio) un accordo « in forza del quale si impegnano a a negoziare in buona fede i termini e le condizioni di un placement agreement da sottoscriversi eventualmente al termine del periodo di offerta». «L'accordo - sottolinea la nota - prevede che il 'placement agreement' sia negoziato ed eventualmente sottoscritto solo qualora, al termine del periodo di offerta, i 'Joint Bookrunners' ritenessero soddisfacenti, secondo il loro libero apprezzamento, gli esiti del 'bookbuilding', l'eventuale investimento da parte dello Stato italiano nella banca, i risultati della Lme e un'evidenza sufficiente che l'operazione di cartolarizzazione sarà perfezionata in conformità ai relativi documenti legali».

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