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Popolare Vicenza e Veneto Banca, pronto il rimborso per 175mila soci

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Popolare Vicenza e Veneto Banca, pronto il rimborso per 175mila soci

Un’Offerta di transazione il cui significato va al di là dell’immediato (seppur parziale) rimborso dei soldi perduti. Quello messo a punto congiuntamente dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca - che sarà presentato lunedì prossimo a Padova alla fine dei rispettivi cda - è un piano che denota lo sforzo immane che, in situazioni ancora critiche, le due banche venete sotto l’ombrello del fondo Atlante, proprietario di entrambe, stanno mettendo in campo per ripartire. I ristori possono essere giudicati limitati – si parla del 15% del valore dell’azione al momento dell’acquisto -, ma solo da qui si può “risorgere” per riconquistare e ri-fidelizzare il territorio, riacquisendo la credibilità che permetterà in un futuro vicino di recuperare raccolta e clientela e la possibilità di fungere nuovamente (con un ruolo che le annovererebbe tra le maggiori banche italiane) da strumento per sostenere un territorio economicamente martoriato.

Sono due i dati che rendono credibile questo ragionamento: da un lato l’ammontare che, complessivamente, viene messo a disposizione per i rimborsi, cioè 600 milioni di euro.

Cifra importante, ben superiore ai 230 milioni accantonati in bilancio per il litigation risk dalla BpVi sommati ai 101 milioni messi da parte per lo stesso scopo da Veneto Banca. Dall'altro, il numero di azionisti che coinvolgerà, ovvero 175mila, poco meno di 100mila a Vicenza e circa 75mila a Montebelluna. Si tratta dei soci individuati come quelli maggiormente penalizzati, quelli “scavalcati” nelle richieste di vendita, chi ha acquistato azioni negli ultimi 5-7 anni (limite temporale all'interno del quale non ci sarebbe prescrizione), chi ha partecipato agli ultimi due aumenti di capitale, chi ha acquistato azioni con una Mifid, in base alle ispezioni della vigilanza e di Consob, non corretta; si tratta di più dell'85% del totale di tutti i soci delle due ex popolari, circa 204mila persone o società.

I 600 milioni dedicati saranno divisi tra la Popolare di Vicenza e Veneto Banca secondo un principio di par condicio: verrà destinata, cioè, a ciascun istituto una somma in funzione dei milioni di azioni acquistate, al netto delle vendite in un determinato orizzonte temporale. Il 15% di cui si parla in questi giorni come della quota massima rimborsabile non soddisfa le associazioni dei risparmiatori, che hanno già fatto sapere che giudicano l'offerta irricevibile e la rimandano al mittente senza esitazioni, ma la percentuale si deve considerare “parziale”, visto che ad essa si potranno aggiungere una serie di offerte commerciali dedicate, a condizioni favorevoli sul lato raccolta e sul lato impieghi, offerte che potranno far lievitare la percentuale rimborsata, anche, si dice, fino al 30%, e che servono ad invogliare il cliente a mantenere il conto corrente e a far ripartire gli investimenti.

Ciò implica che il socio mantenga il conto corrente all'interno della banca, anche se questo non è obbligatorio, come invece lo è, in caso di accettazione del rimborso offerto, la rinuncia a portare avanti qualsiasi azione legale nei confronti delle banche. Se l'operazione rimborsi è stata messa in campo anche per ridurre i contenziosi e il rischio di cause legali, è altrettanto vero che il suo successo è legato a due fattori non da poco. Il primo è l'adesione dell'80% dei 175mila soci a cui si vuole proporre – già qualche settimana fa il presidente di BpVi Gianni Mion aveva dichiarato che il piano non raggiungerebbe la finalità preposta se non c'è un numero di adesioni che possa raggiungere l'80%, anche se, fonti bancarie dicono che ci sarà poi una certa flessibilità in questo senso –; il secondo è la capacità dell'offerta di transazione di ridurre al minimo il ricorso ad altri strumenti come, ad esempio, l'arbitrato Consob, che entrerà in vigore proprio a partire dal 9 gennaio.

L'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), che nasce per effetto di una direttiva comunitaria (2013/11/Ue), fornisce ai risparmiatori, sulla base della valutazione di documentazioni presentate, uno strumento per risolvere controversie con gli intermediari finanziari, senza dover adire le vie legali. Chi ritenga di aver subìto un torto da parte di un intermediario finanziario può contare, qualora l'Arbitro - con risposta entro sei mesi - riconosca le sue buone ragioni, su un ristoro in tempi ragionevolmente brevi e senza dover sopportare costi di alcun tipo. In ogni caso, i soci interessati anche a questo tipo di strumenti devono tener conto che l'operazione messa in campo dalle due banche venete ha una scadenza: c'è tempo tre mesi per accettare o meno la proposta che viene fatta.

L'operazione rimborsi è il primo step di un disegno di rilancio dei due istituti ex popolari che ora ha come contropartita la rinuncia alle cause ma che in un suo secondo o terzo step, nello scenario del management delle due banche, punta a recuperare il più possibile i vecchi soci e clienti rendendoli partecipi degli effetti positivi di un rilancio. Ci credono Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, al punto da mettere in piedi una massiccia organizzazione che vede in prima linea i direttori di filiale, deputati a gestire il rapporto con i clienti-soci: sono già iniziate le riunioni operative; martedì 10 l'ad della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, parlerà a circa mille dipendenti riuniti alla Fiera di Vicenza e altrettanto potrebbe fare a Montebelluna Cristiano Carrus, ad di Veneto Banca.

A Vicenza è stata allestita anche una “situation room” con la partecipazione di tutte le funzioni della banca coinvolte nell'operazione, a partire da quella legale, attiva 24 ore su 24, a disposizione di soci e dipendenti per gestire i problemi e risolvere dubbi e questioni. Inoltre, anche in proiezione della fusione allo studio, la BpVi rafforza il suo management e si porta in plancia di comando due nuovi vice direttori generali: ieri il cda ha approvato la nomina di Gabriele Piccini, ex Country chairman Italy in Unicredit, e Enrico Maria Fagioli Marzocchi, ex Monte Paschi di Siena dove rivestiva il ruolo di responsabile Crediti e Asset problematici. Al primo sarà affidata la responsabilità e la direzione dell'Area commerciale con il ruolo di Chief commercial officier; al secondo sarà affidato il coordinamento della direzione Affari generali e Partecipazioni, della divisione Finanza e della divisione Bilancio e Pianificazione (Cfo).

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