Nella competizione per controllare la più grande piazza del mondo per gli scambi di oro, il London Metal Exchange (Lme) ha deciso di giocare d’astuzia, alleandosi con un gruppo di colossi bancari, che già oggi sono tra i soggetti più potenti sul mercato aurifero londinese: un mercato da 5mila miliardi di dollari l’anno, che oggi fa gola a molti. L’irrigidimento delle regole sulla gestione dei rischi nel sistema bancario sta infatti rendendo sempre più onerosi gli scambi Over- the-counter (Otc), incoraggiando la loro migrazione verso borse regolamentate.
Il Cme Group, forte dell’esperienza al Comex di New York, in gennaio ha già varato dei future londinesi sull’oro con consegna fisica, seguito a ruota dall’Ice.
Il Lme arriverà in ritardo, con un debutto programmato solo per il 5 giugno. Ma questa volta è ben deciso a non perdere la competizione, dopo che nel 2014 l’Ice l’aveva battuto nella gara per la gestione del nuovo fixing dell’oro e il Cme in quella per l’argento (il Lme si era dovuto accontentare del platino).
La soluzione escogitata, come ha rivelato per prima la Reuters, è stata quella di allearsi con 5 grandi banche: Goldman Sachs, Morgan Stanley, Société Générale, Natixis e Icbc Standard Bank (quest’ultima partecipata dai cinesi). Nel “club” mancano altre banche molto attive nelle transazioni in oro, come come Hsbc, JpMorgan e ScotiaMocatta. In compenso c’è il World Gold Council, potente associazione delle società aurifere, e la società di trading Ostc, con sedi in 14 Paesi del mondo, compresi Cina, India e Russia.
I partner del Lme hanno creato una società, la Eos Precious Metals, che a sua volta ha sottoscritto un accordo con la borsa metalli londinese in base al quale otterranno metà degli utili generati dai nuovi contratti sull’oro (e sull’argento). In cambio i soci di Eos si sarebbero impegnati a garantire un livello minimo di liquidità agli scambi: un accordo non privo di rischi, in quanto in teoria potrebbe portare a volumi gonfiati in modo artificioso solo per consentire ai soci di riscuotere una quota di profitti.
Del resto, i future quotati in gennaio da Cme e Ice non sono ancora mai stati oggetto di scambi e attirare liquidità potrebbe essere un processo lungo e difficile.
Il Lme, per attirare clienti anche al di fuori della cerchia dei suoi soci, vanta anche un’offerta di contratti molto ampia, con un mix di scadenze giornaliere, mensili e annuali, con cui promette di replicare la flessibilità degli scambi Otc.
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