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BANCHE VENETE

Pop. Vicenza chiude il 2016 con una maxi-perdita di 1,9 mld. Adesioni all’offerta al 71,9%

Il rosso è di 1,9 miliardi (erano 1,4 alla fine del 2015) e tutti gli indicatori presentano un quadro in peggioramento rispetto al primo semestre dell'anno passato. Il bilancio approvato dalla Banca Popolare di Vicenza dà conto di uno scenario preoccupante, più negativo del previsto, che, se da un lato è segno di una pulizia profonda dei conti, dall'altro genera un fabbisogno di capitale tale da rendere impraticabile l'intervento privato. Dalle parole usate nella nota della BpVi, infatti, sembrerebbe possibile solo quello pubblico: l'intervento di ricapitalizzazione precauzionale «viene considerato come la più realistica opzione di ricapitalizzazione in quanto operazioni di mercato sembrano difficilmente percorribili».

Incertezza su via libera Ue ad aiuti di Stato
Non solo: nella nota divulgata dall'istituto vicentino si dice anche che il ricorso agli aiuti di Stato «è un processo articolato e complesso, che richiede la preventiva decisione della direzione generale della Concorrenza (DG Comp) della Commissione Europea sulla compatibilità dell'intervento con la normativa in materia di aiuti di Stato, i cui esiti sono, allo stato, incerti», sottolineando che «il rafforzamento patrimoniale rappresenta un presupposto per la continuità aziendale e per il positivo completamento dell'operazione di fusione».

I numeri
Il deterioramento dell'andamento della gestione ha portato al -24,6% il margine di interesse rispetto al 31 dicembre del 2015; le commissioni nette sono in diminuzione del 28,6%; la raccolta diretta, soprattutto a causa della crisi reputazionale che ha colpito la banca, è in calo del 14,4%. I ratios patrimoniali sono in forte peggioramento: il Cet1 è al 8,21%, mentre il Total capital ratio è al 9,61%, al di sotto i livelli SREP e i livelli del 30 giugno scorso. Per quanto riguarda la liquidità, a fine anno il requisito regolamentare Lcr è ben al di sotto del limite regolamentare: 37,9 % rispetto al 113,3 % del 30 giugno.

Adesioni a offerta al 68,7%
L'Offerta transattiva si è conclusa con l'adesione di 66.712 azionisti (pari al 71,9% del totale), portatori del 68,7% delle azioni comprese nel perimetro dell'Offerta stessa. Al netto delle posizioni irrintracciabili e di quelle già oggetto di specifica analisi, la percentuale degli azionisti aderenti è pari al 72,9%, corrispondenti al 70,3% delle azioni BPVi rientranti nel perimetro dell'offerta. La banca procederà ora ad effettuare i controlli necessari per disporre di un dato certo e definitivo circa il risultato, in modo da poter decidere di accettare la soglia raggiunta (che non è arrivata all'80% obiettivo iniziale) e consentire il versamento del riconoscimento economico di 9 euro per azione spettante agli azionisti che abbiano aderito all'Offerta.

Adesioni al 67,6% per Veneto Banca
Sul fronte di Veneto Banca, che ha rimandato l'approvazione del bilancio alla prossima settimana – per l'istituto di Montebelluna è previsto un rosso di circa un miliardo – i risultati dell'Offerta transattiva parlano di una adesione di 54.359 azionisti (il 73% circa del totale), portatori del 67,6% delle azioni comprese nel perimetro dell'Offerta stessa. Al netto delle posizioni irrintracciabili, la percentuale degli azionisti aderenti è pari al 75% circa del totale, corrispondenti al 68,2% delle azioni Veneto Banca.
Nel consiglio di amministrazione di ieri, oltre ai risultati dell'Opt, Montebelluna ha anche deliberato di individuare i propri advisor finanziari e legali al fine di determinare le modalità attraverso cui consentire a BIM di proseguire il proprio percorso di sviluppo in modo autonomo dal Gruppo Veneto Banca, realizzando una operazione di valorizzazione della partecipazione, nell'ottica del deconsolidamento, finalizzata a salvaguardare in parallelo tanto il patrimonio della Banca quanto quello di tutti gli altri azionisti.

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