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Veneto Banca e Pop Vicenza, attenzione alta dei 170mila soci sui 13 miliardi di bond senior

Si capirà nelle prossime settimane quale sarà il destino di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. E soprattutto degli oltre 13 miliardi di bond senior oggi in mano a molti piccoli risparmiatori, che da tempo temono per un possibile coinvolgimento nel riassetto dei due istituti. Come noto, le due ex popolari venete, entrambe controllate dal fondo salva-banche Atlante (che detiene il 99,3% di PopVi e il 97,6% di Veneto Banca), hanno chiesto a Mef, Banca d'Italia e Bce di accedere al sostegno finanziario straordinario e temporaneo da parte dello Stato italiano, la cosiddetta «ricapitalizzazione precauzionale».

Un processo, questo, che, come ricordato ieri dal Cda di Popolare Vicenza, appare «articolato e complesso» e i cui esiti sono «allo stato incerti». Per accedervi, i due istituti devono infatti ottenere la preventiva autorizzazione da parte della Direzione Generale della Concorrenza (DG Comp) della Commissione Europea, che deve verificare la compatibilità dell'intervento con la normativa in materia di aiuti di Stato. E nulla è scontato, a Bruxelles come a Francoforte.

La materia interessa da vicino una platea ampia di risparmiatori, azionisti come obbligazionisti. Circa 94mila i soci di Vicenza, scesi dal picco di circa 110mila dello scorso anno, e circa 81mila quelli di Montebelluna, che ancora deve però comunicare i dati di fine 2016. Si tratta di circa 170mila piccoli soci che negli ultimi anni si sono visti sostanzialmente azzerare il valore delle loro azioni. Di questi, circa il 70% ieri, al termine dell'offerta di transazione, ha accettato la proposta di un pagamento cash (pari a circa il 15% dell'investimento) a fronte della rinuncia ad azioni legali contro le banche.

Qualora la ricapitalizzazione precauzionale venisse accordata, la normativa prevede che l'aumento di capitale – ad oggi stimato attorno a 5 miliardi – coinvolga anche i detentori di bond subordinati. Quanti sono? A quanto si evince da un report JpMorgan, Veneto aveva sul mercato circa 750 milioni di bond subordinati, di cui 550 Tier 2 e circa 200 Tier 1. Vicenza, da parte sua, ha in circolazione circa 547 milioni di Tier2. In totale, dunque, 1,2 miliardi di obbligazioni che rischiano la conversione in azioni, anche se va detto che i titoli sarebbero in questo caso prevalentemente in mano agli investitori istituzionali.

Diverso il caso dei bond senior, che invece interessa da vicino i piccoli risparmiatori, soprattutto dopo che nelle scorse settimane un analista di JpMorgan ha messo in guardia dal rischio di un coinvolgimento in caso di bail-in. In questo caso, a partire dai dati della banca dati Bloomberg, si evince che Popolare Vicenza può contare su un ammontare pari a 7 miliardi circa di senior, Montebelluna su 6,2 miliardi. In totale, l'ammontare dei senior si aggirerebbe dunque sui 13,2 miliardi.

Per capire meglio gli sviluppi occorrerà attendere le decisioni di Bruxelles. Nonostante gli allarmi, l'intenzione delle due banche, del Mef come di Banca d'Italia, è di rimanere nel quadro della ricapitalizzazione precauzionale ed evitare a tutti i costi il bail-in, con una possibile decurtazione dei bond senior.

Molto però dipenderà dall'approccio che adotterà la Vigilanza europea. Il numero uno dell'Ssm, Danièle Nouy, ha ricordato nei giorni scorsi che «in casi particolari» si può anche prendere in considerazione «lo scioglimento delle banche, se non diventano sostenibili». Nello stesso tempo, tuttavia, Nouy ha aperto la porta anche a un trattamento di favore per quelle famiglie che detengano strumenti finanziari che possono essere oggetto di bail, soprattutto se «c'è stato misselling, cioè vendita di strumenti finanziari non adeguata».

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