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La Cina raddoppia i dazi sullo zucchero

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La Cina raddoppia i dazi sullo zucchero

Pechino ha quasi raddoppiato i dazi doganali sullo zucchero, una mossa che – a pochi mesi dalla liberalizzazione dell’export dall’Unione europea – rischia di ridurre gli acquisti cinesi all’estero e pesare sulle quotazioni internazionali della materia prima.

Il dazio salirà con effetto immediato al 95% dall’attuale 50% sulle importazioni che eccedono la quota di 1,95 milioni di tonnellate che la Cina ha concordata con la Wto, spiega una nota del ministero del Commercio. Il prossimo anno si scenderà al 90% e tra due anni all’85%.

Lo zucchero prodotto in Cina costa il doppio rispetto a quello dei maggiori fornitori stranieri e il Paese, che è il più grande consumatore del mondo, importa oltre 3 milioni di tonnellate l’anno attraverso canali legali, cui si aggiungono secondo alcune stime almeno altri 2 milioni di tonnellate di zucchero di contrabbando. Il Governo è ora deciso ad arginare gli eccessi, convinto che abbiano «seriamente danneggiato» l’industria locale, e si è mosso anche sul fronte dei controlli, aprendo mesi fa un’inchiesta sulle forniture illegali.

Le politiche cinesi sono una grande incognita che incombe sul mercato globale dello zucchero, ha avvertito il dipartimento Usa dell’Agricoltura (Usda) in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi. Nella passata stagione, conclusa il 30 settembre, le importazioni illegali cinesi hanno contribuito a far salire del 67% il prezzo della commodity. Negli ultimi mesi, con Pechino che ha cominciato a vendere scorte e a combattere il contrabbando, la tendenza è diventata ribassista.

Alcuni analisti pensano comunque che i dazi, benché alti, non scoraggeranno a sufficienza le importazioni cinesi. E gli investitori non si sono lasciati turbare dall’annuncio di ieri: hanno chiuso in rialzo sia lo zucchero grezzo a New York (+0,8% a 16,51 cents per libbra) che quello grezzo a Londra (+0,5% a .466,90 $/tonn).

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