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Draghi spinge l'euro al top da gennaio 2015. Listini deboli

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la giornata dei mercati

Draghi spinge l'euro al top da gennaio 2015. Listini deboli

(Bloomberg)
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Finale debole per le Borse europee (segui qui i principali indici), intimorite dalla prospettiva che la politica monetaria accomodante potrebbe essere rivista tra qualche mese. Il numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha invitato alla prudenza e alla pazienza, visto che «non ci sono segni convincenti di rialzo dell'inflazione». Al tempo stesso ha però preannunciato che le discussioni del consiglio direttivo sulle future linee di politica monetaria «dovrebbero avvenire in autunno». Indicazione che i mercati hanno interpretato come un preludio a un dietrofront di una politica monetaria ultra-accomodante. L’euro si spinto sopra quota 1,16 nei confronti del dollaro, mentre le Borse hanno ingranato la retromarcia. Le idee degli investitori, però, sono abbastanza confuse. A riprova sull’arena delle obbligazioni, il rendimento dei Btp a dieci anni è tornato giù al 2,12%, mentre lo spread è calato a 158 punti. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,19%.

Draghi rimescola le carte annunciando discussioni in autunno
Draghi, nel suo discorso al termine del consiglio direttivo della Bce, ha invitato alla perseveranza, pazienza e prudenza. Traduzione: nessun annuncio di un cambiamento della 'forward guidance', la direzione di marcia della politica monetaria nel prossimo futuro, fugando così le interpretazioni emerse dopo la parole che il banchiere ha pronunciato a giugno in Portogallo e che secondo alcuni investitori erano il preludio alla fine della politica monetaria accomodante.

Per altro chi si aspettava leggeri cambiamenti alla 'dichiarazione' di 'policy' centrale e' stato smentito: Draghi ha ripetuto per filo e per segno quanto indicato nei mesi scorsi ossia che i tassi di interesse resteranno ai livelli attuali «per un esteso periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte dei nostri acquisti di asset». Il quantitative easing, così come è di 60 miliardi di euro di liquidità iniettata nel sistema ogni mese, è stato confermato fino alla fine dell’anno. D’altra parte è bastato indicare che il consiglio direttivo aprirà delle discussioni nel prossimo autunno, per frenare gli entusiasmi degli investitori. Tanto più che gli ultimi dati macro confermano un’economia europea in piena ripresa, anche se, come ha sottolineato Draghi, l’inflazione rimane il tallone d’Achille, mancando "segnali convincenti" sulla sua espansione.

Banche contrastate, bene Intesa Sanpaolo

A Piazza Affari le azioni delle banche hanno registrato un andamento contrastato, conUbi Banca giù dell’1%,Banco Bpm, Banca Pop Er e Unicredit sulla parità, Intesa Sanpaoloin progresso dello 0,42%. Quest’ultima grazie a un report favorevole di Morgan Stanley, che ha alzato il target price da 3,2 a 3,4 euro, confermando il rating ‘Overweight’.

Telecom perde quota, scatta Ferragamo
Telecom Italiaha perso quasi il 2%, dopo la corsa dei giorni scorsi e sulle notizie che la società ha subito perquisizioni da parte della Guardia di Finanza per conto della Consob. Sale intanto l’attesa per il cda del prossimo 27 luglio, chiamato ad approvare i conti del semestre.

Dal board dovrebbe uscire chiarezza anche in merito alla posizione dell’ad, Flavio Cattaneo, indicata di recente come traballante. Il manager, però, è blindato da un contratto milionario fino al 2020.
Si sono mosse al rialzo le Salvatore Ferragamo, che però da inizio maggio hanno perso circa il 17% del proprio valore, nell’attesa della semestrale che verrà pubblicata il 31 luglio. Gli analisti sono al buio sui risultati che sta realizzato l'azienda sotto la guida dell’ad, Eraldo Poletto, dal momento che il manager ha scelto di non annunciare i conti del primo trimestre. Durante l’assemblea dei soci dei mesi scorsi, il numero uno del gruppo aveva però preannunciato che il 2017 sarebbe stato un anno di transizione. Del comparto della moda e del lusso hanno fatto bene anche le Moncler (+0,56%) e leYoox Net-A-Porter Group (+0,65%).

Recordati festeggia l'ok al nuovo farmaco da Ue, A2a sotto la lente

Recordatiè salita del 2,7% festeggiando il via libera della Commissione europea alla commercializzazione del farmaco antipsicotico Reagila. Il farmaco sarà commercializzato a partire dal 2018 con una stima di ricavi potenziali fino a 100 milioni di euro. A soffiare in poppa alle azioni oggi è stato anche un report di Credit Suisse in vista della semestrale che sarà diffusa il prossimo 27 luglio. Gli analisti insistono su due fattori: le potenzialità del farmaco Selokon contro l'ipertensione che è stato acquisito da Astrazeneca e, in secondo luogo, l'appeal creato dall'effetto degli investimenti attraverso i Piani individuali di risparmio che, a giudizio degli analisti, potrebbero sostenere anche il titolo Recordati. A2a, debole in mattinata, ha chiuso in rialzo dello 0,14%, nonostante le incertezze per l'uscita dalla jv Ecpg, già annunciata nelle scorse settimane dal gruppo lombardo. Come un fulmine a ciel sereno l'Alta Corte di Podgorica, in Montenegro, ha bloccato le azioni di Epcg, di cui A2a detiene il 41,7%, su richiesta della Procura Speciale dello Stato del Montenegro per l'esistenza di una indagine per presunta corruzione. In rialzo di mezzo punto percentuale le Atlantia sempre dopo il dietrofront di Aena, possibile acquirente di Abertis, che ha smentito mire sulla società spagnola sulla quale sta per lanciare l'opa il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton.

Tra le pmi, bene Fincantieri, debutto amaro per Sit

Fuori dal paniere principale, Fincantieri ha guadagnato il 3,58% in vista di un accordo per il riassetto della francese Sxt di cui il gruppo italiano ha acquistato il 66,6%. Ieri il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, ha parlato di intesa in arrivo "nei prossimi giorni" mentre la stampa francese ha indicato come l'accordo possa portare a un controllo di Stx con il 50% nelle mani italiani e il restante 50% in quelle francesi. Una eventualità quest'ultima non troppo apprezzata dai broker perchè ritenuta non ottimale per gestire l'attività.
Sul mercato Aim è stato un debutto deludente per Sit (-7,14%), la società traghettata a Piazza Affari dalla spac Industrial Stars of Italy 2, promossa da Giovanni Cavallini ed Attilio Arietti.

Super-euro sopra quota 1,16 dollari, top da inizio 2015

Sul fronte dei cambi, l’euro ha registrato violenti movimenti nei confronti del biglietto verde. Se nell’attesa delle parole di Draghi è sceso sotto la quota di 1,15, ha poi violato al rialzo il livello di 1,16 dollari, top dal gennaio 2015. Adesso passa di mano a 1,1633 dollari (1,1516 ieri sera). La moneta unica si è portata a 129,81 yen da 128,85 di ieri, beneficiando anche della decisione della Banca centrale del Giappone di confermare la propria politica monetaria, nel giorno in cui l’istituto centrale ha anche tagliato le stime sull’inflazione. Il dollaro-yen è pari a 111,5 da 111,89 di ieri.

Petrolio volatile: ieri balzo grazie a scorte Usa in calo
Il prezzo del barile di petrolio ha registrato un andamento volatile, cambiando più volte la direzione di marcia, mentre gli esperti analizzano il dato sulle scorte americane che secondo le rilevazioni dell’Eia la scorsa settimana sono diminuite oltre le attese, ossia di 4,7 milioni di barili.

Acquisti sui governativi dopo la Bce. Spread sotto 160 punti

Le parole del presidente della Bce, Mario Draghi, hanno avuto un effetto positivo sullo spread tra BTp e Bund che chiude ai minimi da metà gennaio scorso. Il differenziale di rendimento tra il benchmark decennale italiano e il pari scadenza tedesco, dopo un inizio di giornata stabile, ha chiuso la seduta in calo di 8 punti base a quota 158, con una fiammata al ribasso evidente nel primo pomeriggio, dopo le decisioni della Bce e la conferenza stampa di Draghi. Il rendimento del decennale italiano cala ancora più sensibilmente, al 2,12% dal 2,20% di ieri. Le parole di Draghi hanno inciso anche sui Bonos spagnoli, il cui spread con i Bund è sceso sotto quota 100, fermandosi a 95 punti base..

Dati contrastanti dagli Stati Uniti

Dati contrastanti dagli Usa. Poco fa è emerso che le condizioni del settore manifatturiero nell'area di Filadelfia hanno rallentato il passo in luglio, attestandosi a un livello inferiore alle previsioni. L'indice di riferimento calcolato dalla Federal Reserve è sceso a 19,5 punti, dai 27,6 punti di maggio (invariato rispetto alla prima stima). Per contro nei sette giorni conclusi il 15 luglio il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è calato più delle stime. Il dato si è avvicinato ai minimi dal 1973, ma gli analisti avvisano che potrebbe essere influenzato da fattori stagionali. Secondo quanto riportato dal Dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese di 15.000 unità a 233.000, contro le 248.000 della settimana precedente (rivisto al rialzo dalle 247.000 della prima stima). L'indice è' migliore delle previsioni, visto che gli analisti attendevano un dato a 243.000 unità. Il valore si attesta in media sotto quota 300.000 da 124 settimane, la serie migliore dal 1970. La media delle quattro settimane e ' scesa di 2.250 unità a 243.750.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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