L’Eni chiude il primo semestre con un utile netto di 983 milioni, contro la perdita di 829 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, e un utile adjusted di
1,2 miliardi (in rosso per 315 milioni nel 2016). Lo comunica la società petrolifera aggiungendo che, nel secondo trimestre, l’utile netto è di 18 milioni e quello adjusted di 463 milioni. In forte rialzo l’utile operativo adjusted che nel trimestre è pari a 1,01 miliardi e nel semestre a 2,8 miliardi.
Nel secondo trimestre del 2017 Eni ha registrato un aumento della produzione del 3,3% a 1,77 milioni di barili al giorno. Escludendo l’effetto negativo dei Psa (Contratti production sharing, ndr) e i tagli Opec si tratta di una crescita del 5,2% nel trimestre e del 6,1% nel primo semestre. Il cda ha deciso di proporre all’assemblea la distribuzione di un acconto sul dividendo di 0,40 euro per azione, in linea con quello dello scorso anno.
«Nel primo semestre dell’anno abbiamo ottenuto risultati eccellenti che confermano la bontà della nostra strategia», afferma l’ad dell'Eni, Claudio Descalzi, dopo la diffusione dei conti. Si tratta di risultati, prosegue, ottenuti «nonostante uno scenario Brent ancora volatile», ma che hanno consentito «una
generazione organica di cassa di circa 5 miliardi con un free cash flow di 700 milioni: siamo quindi in grado di confermare gli obiettivi di copertura organica di investimenti e dividendo».
«Abbiamo avviato in tempi record - dice ancora Descalzi - la produzione di tre grandi progetti offshore in Ghana, Angola e Indonesia, dimostrando la nostra eccellenza anche nella fase di sviluppo, oltre che in quella esplorativa che ci ha garantito nel primo semestre 500 milioni di barili di nuove risorse. Nei primi sei mesi dell'anno, abbiamo così ottenuto circa 200 mila barili al giorno di nuova produzione, raggiungendo un tasso di crescita superiore al 6% e proseguendo nel trend intrapreso già nei mesi precedenti. A questo si andrà ad aggiungere l'avvio della produzione del campo di Zohr, che avverrà entro la fine dell’anno».
Questi risultati «sono stati realizzati mantenendo una struttura di spesa
estremamente efficiente, grazie alla quale ridurremo i capex di circa il 18% rispetto al 2016 come da piano». I business del gas, della raffinazione e della chimica «continuano a ottenere risultati sopra le attese: la chimica, in particolare, ha raggiunto un risultato record con oltre 300 milioni di Ebit, segno che gli sforzi fatti per il potenziamento, riposizionamento dei portafogli prodotti e la ricerca di efficienza stanno dando i loro frutti».
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