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Una «super tower» italiana a Manhattan

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Una «super tower» italiana a Manhattan

NEW YORK - Davide Bizzi e la sua Bizzi & Partners Development hanno in Italia il progetto più riconoscibile: Milanosesto, che promette di risanare l’ex area industriale Falck a Sesto San Giovanni e farne un centro di eccellenza alle porte di Milano. Ma il gruppo ha deciso adesso di spalancare in grande stile altre porte, trasportando know how e ambizioni oltreoceano: negli ultimi anni ha avviato un’espansione negli Stati Uniti, da New York a Miami e con nel mirino altre metropoli cosmopolite quali Boston, Chicago, Los Angeles e San Francisco. Una scommessa finora fatta in sordina e oggi pronta invece a salire alla ribalta a downtown Manhattan: Bizzi & Partners, cifre alla mano, solleva il sipario sul suo progetto-bandiera in America, una delle più alte torri residenziali in una città affollata di grattacieli. Una «super tower» che, reduce da una raccolta di finanziamenti per 450 milioni di dollari da una cordata di banche asiatiche, si appresta a generare vendite stimate in almeno un miliardo.

Il progetto, che tra i partner strategici ha il gigante statunitense New Valley di Howard Lorber e il private equity cinese Cindat Capital Management, sta sorgendo al numero 125 di Greenwich Street, lotto acquisito soltanto due anni or sono a pochi passi dal Memoriale dell’11 Settembre nell’ormai rinato quartiere meridionale della città. I suoi 273 appartamenti di lusso, da monolocali a quadrilocali, verranno messi sul mercato da ottobre e gli spazi commerciali dall’anno prossimo, con la consegna prevista nel quarto trimestre del 2019.

Alessandro Pallaoro - vice direttore esecutivo, business development, presso la sede newyorchese di Bizzi & Partners - ha seguito dall’inizio l’edificio affidato all’architetto uruguayano Rafael Vinoly, già autore a Manhattan del 432 Park Avenue, che vanta il primato di più alta torre residenziale nell'emisfero occidentale. «Questa esperienza ci consente di guardare anche altrove negli Stati Uniti, un mercato dinamico e dove è facile lavorare», spiega Pallaoro. Ex gestore di fondi immobiliari per Deutsche Bank a Milano, è a New York per conto di Bizzi nel 2012. Da quando, cioè, downtown ha conosciuto «una incredibile trasformazione e espansione, che ha dato ragione alla nostra intuizione».

La nuova torre ha ottenuto la fiducia e i capitali di banche globali i cui nomi ormai circolano nel settore del real estate americano. Accanto al leader del consorzio, la United Overseas Bank di Singapore, c’è la Bank of China. Ma la «super tower» presenta anche caratteristiche e sfide tecniche insolite che, accanto alle dimensioni del finanziamento e al valore commerciale del progetto, ne fanno una forte scommessa di imprenditorialità italiana sul palcoscenico internazionale. Svetterà per circa 290 metri di altezza e 88 piani salendo da una base di dimensioni particolarmente piccole. «È estremamente sottile e elegante e quindi ha richiesto soluzioni innovative», continua Pallaoro. Con le fondamenta ormai ultimate, si leverà verso l’alto da una piattaforma di base di 900 metri quadrati che poi si restringe a 600.

A regime, ogni nuovo piano richiederà in media non più di quattro giorni per essere ultimato. I primi tre piani, compreso un seminterrato, saranno riservati e uno o due tenant commerciali di qualita' ancora da definire. Gli ultimi tre verranno invece destinati alle «amenities», da sale da pranzo a Spa e cinema; soluzione a sua volta insolita nei palazzi di lusso newyorchesi che preferiscono inserirle in piani bassi per massimizzare le vendite. Criterio essenziale, per la torre, è la ricerca di viste sulla città e la baia di New York. Qui, seguendo recenti trend, le colonne portanti dell’edificio sono state portate all’interno per lasciare massimo spazio a grandi finestre anche negli angoli a vetrate ricurve. Il numero di piani e' stato infine calcolato sia sulla base di necessità tecniche che di uno studio costi-benefici.

Ma se 125 Greenwich è il progetto-bandiera, non è il solo né il primo dell'avventura americana di Bizzi. Lo sbarco era avvenuto con i 60 piani del 400 Fifth Avenue, iniziato nel 2006 e completato nel 2011, seguito dalla ristrutturazione dello storico The Leonard a Tribeca, che ha nel 2014 ha dato vita a 66 appartamenti, e da due torri di 30 piani ciascuna a loro volta in fase di costruzione a Soho, al 565 di Broome Street, che vedono come partner sempre Cindat e saranno pronte nel 2018. C’è inoltre un grattacielo in cantiere a Miami. Un progetto che con Soho - e con Milanosesto - ha legami sia ideali che di business tra Stati Uniti e Italia, il loro architetto Renzo Piano.