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Scommesse record degli hedge fund su benzina e gasolio

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Scommesse record degli hedge fund su benzina e gasolio

Ci sono i carburanti al centro dell’azione sui mercati petroliferi, con un’esposizione rialzista dei fondi ai massimi pluriennali sia per la benzina, sia per il gasolio.

Quanto al greggio, tra i due principali riferimenti oggi è il West Texas Intermediate (Wti) ad essere sotto i riflettori, con volumi di scambio e posizioni aperte che per la prima volta dal 2014 stanno tornando a superare quelli del Brent: una sorpresa, dopo che tanti analisti avevano predetto il tramonto del benchmark americano, troppo legato a dinamiche locali.

La resurrezione del Wti in realtà potrebbe essere temporanea. Del resto quasi due terzi delle forniture fisiche di petrolio nel mondo oggi vengono prezzate con riferimento al greggio del Mare del Nord, attraverso il Dated Brent. Ma sui mercati dei futures il denaro si sposta secondo altre logiche.

È quindi successo che il numero di posizioni aperte sul Wti, tra rialziste e ribassiste, abbia raggiunto la settimana scorsa 2,4 milioni di contratti, contro 2,36 milioni per il Brent, che comunque si era spinto al record storico di 2,5 milioni in maggio.

È probabile che il (modesto) sorpasso, il primo dal 2014, sia da attribuire non tanto agli speculatori – che aprono e chiudono rapidamente posizioni nel corso della giornata, influendo meno sul conteggio di fine seduta – quanto agli operatori commerciali e in particolare alle compagnie americane dello shale oil, che verosimilmente si sono riaccostate all’hedging, vendendo barili a termine per proteggere i futuri flussi di cassa: un’azione con effetti ribassisti, che contribuisce a spiegare perché il Wti di recente si sia apprezzato meno del Brent e perché stia faticando a bucare la soglia dei 50 $/barile. Ieri il riferimento Usa ha chiuso a 49,91 $ contro i 55,48 $ del Brent.

Ultimamente gli speculatori sembrano peraltro più interessati ai carburanti che al greggio. Nonostante i buoni progressi nel riavvio delle raffinerie dopo l’uragano Harvey, la settimana scorsa hanno ancora alzato la posta nelle scommesse su rincari dei carburanti: al Nymex le posizioni nette lunghe (all’acquisto) sulla benzina sono ora ai massimi da maggio 2014, quelle sul gasolio da riscaldamento sono ai massimi da febbraio 2013 (e i lunghi sono ben 19 volte i corti).

Harvey è passato, senza compromettere gravemente le raffinerie. Ma sulla East Coast americana ci sono 5 impianti potenzialmente a rischio per l’uragano Josè. E le scorte di carburanti, a differenza di quelle di greggio, sono già scese nettamente.

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