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Zinco al record da 10 anni. Glencore rafforza il controllo del mercato

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Zinco al record da 10 anni. Glencore rafforza il controllo del mercato

(Bloomberg)
(Bloomberg)

È già il re dello zinco. E adesso che i prezzi del metallo volano ai massimi da dieci anni Glencore si muove per rafforzare ulteriormente la sua posizione di potere. Il gruppo svizzero ha annunciato che spenderà fino a un miliardo di dollari in contanti per acquisire il controllo della peruviana Volcan Compañía Minera, che produce oltre 250mila tonnellate l’anno.

L’operazione è appena cominciata. Glencore, azionista di minoranza di Volcan dal 2004, ha sottoscritto un accordo per rilevare dalla famiglia Letts il 27% delle azioni di classe A, che danno diritto di voto, al prezzo di 531 milioni di dollari.

La legge peruviana a questo punto le impone un’Opa sul flottante, che a seconda delle adesioni potrebbe metterle in mano tra il 48,8 e il 66,3% delle azioni di classe A e il 19-28% delcapitale complessivo (contro l’attuale 7,7%). L’esborso massimo, che secondo molti analisti non verrà raggiunto, sarebbe di 956 milioni.

Glencore – forte di un doppio primato mondiale, nelle estrazioni minerarie e nel commercio di zinco – è già oggi in grado di influenzare il mercato, come ha dimostrato negli ultimi due anni con un intervento in “stile Opec” che è stato decisivo per risvegliare le quotazioni del metallo.

Nell’ottobre 2015 il gruppo guidato da Ivan Glasenberg ha tagliato 500mila tonnellate l’anno di produzione (circa il 4% dell’offerta globale, che ancora non ha riportato sul mercato) e da allora lo zinco ha più che raddoppiato di prezzo.

Al London Metal Exchange ieri il record decennale è stato di nuovo aggiornato a 3.308,75 $/tonnellata (base tre mesi), mentre il piombo, estratto da Glencore e altri insieme allo zinco, è salito ai massimi dal 2011 (2.620,50 $).

Il rally dei prezzi – che ha interessato anche altre materie prime di cui Glencore è un forte produttore, come il rame, il cobalto e il carbone – è stato cruciale per restituire reddività al gruppo e consentirgli di ridurre il debito, risollevandosi da una gravissima crisi che aveva minacciato di ridurlo al collasso.

Finita l’emergenza, il ceo Glasenberg sembra orientato a perseguire una strategia diversa da quella dei concorrenti. Altri big, come Rio Tinto, Bhp Billiton e AngloAmerican, continuano a muoversi con cautela nell’arena dell’M&A, optando piuttosto per generose redistribuzioni agli azionisti, in forma di dividendi o buyback. Glencore invece rafforza ulteriormente la sua posizione di potere, nello zinco – di cui già controllava quasi un decimo della produzione globale e oltre metà del trading (Cina esclusa) – e non solo.

Negli ultimi mesi la società ha investito 1,1 miliardi di dollari per rilevare asset nel carbone australiano da Yancoal e 531 milioni per aggiudicarsi il pieno controllo di miniere di rame e cobalto in Africa.

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