Lvmh batte le stime degli analisti e l’intero comparto del lusso spera che sia un segnale di ripartenza dei consumi, soprattutto in Asia. Il colosso francese, che conta nel proprio portafoglio marchi come Louis Vuitton, Christian Dior, Céline, Emilio Pucci e Loro Piana, ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un fatturato a 10,38 miliardi di euro in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le stime degli analisti, secondo Bloomberg, indicavano ricavi a 10 miliardi in aumento del 9 per cento. A spingere il risultato del gruppo sarebbero stati alcuni fattori in particolare: una ripresa delle vendite, particolarmente in Asia; un maggiore sforzo di Lvmh nel conquistare i consumatori più giovani e l’incremento delle vendite online. Sul fronte dell’ecommerce, ad esempio, Lvmh ha lanciato lo scorso luglio in Cina il sito dedicato al brand Louis Vuitton, che conta circa per un quarto delle vendite del gruppo. La maison, presente nel Paese dal 1992, ha voluto cavalcare la crescita delle vendite online anche e soprattutto per articoli di lusso e ha aperto il servizio in 12 città cinesi, con l’obiettivo di avere una maggiore copertura del territorio nel prossimo futuro.
Sulle prospettive per l’intero 2017, il colosso del lusso sottolinea: «In un contesto geopolitico e monetario incerto Lvmh continuerà ad avere un atteggiamento vigile. Il gruppo perseguirà una strategia centrata sull’innovazione e con l’obiettivo dell’espansione geografica, soprattutto nei mercati più promettenti. Lvmh conta sul dinamismo dei propri marchi e sui talenti dei propri team per rafforzare ulteriormente la propria leadership globale nel mercato del lusso per il 2017».
Tornando ai risultati di bilancio di Lvmh, l’andamento del terzo trimestre ha contribuito a far salire il fatturato dei primi nove mesi dell’anno oltre quota 30 miliardi di euro (30,095 miliardi) con una crescita organica del 12 per cento. I ricavi hanno visto un incremento “reported” del 14% se si tiene conto di un impatto negativo dei cambi del 5% e di un impatto strutturale positivo del 7% come riflesso dell’integrazione di Christian Dior Couture.
Nello spaccato per divisioni la crescita risulta essere a doppia cifra in tutti gli ambiti, tranne che per il segmento “wines and spirits” (+4% nel trimestre e +8% nei nove mesi) a causa di «vincoli di approvvigionamento», spiegano da Parigi. Nel dettaglio la divisione “perfumes & cosmetics” risulta essere quella con la performance organica migliore nell’ultimo trimestre con un +17% a 1,395 miliardi di euro, che ha portato il risultato per i primi nove mesi a 4,065 miliardi in incremento del 14 per cento. Per il segmento “fashion 6 leather goods” il trimestre ha visto un +13% delle vendite a 3,939 miliardi di euro, mentre nei nove mesi i ricavi sono saliti del 14% a 10,838 miliardi di euro. Evoluzione simile per la divisione “watches & jewelry” con un +14% a 951 milioni nel trimestre e un è+13% a 2,789 miliardi nei nove mesi. Infine la divisione “selective retailing” risulta in crescita del 14% a 3,055 miliardi negli ultimi tre mesi e del 12% a 9,335 miliardi da gennaio a fine settembre.
Sul mercato gli analisti sono positivi sul titolo con il 60% di quelli censiti da Bloomberg che ha un giudizio “buy”, come ad esempio Bernstein secondo la quale il titolo Lvmh dovrebbe trattare a premio rispetto agli altri titoli del loro paniere del lusso grazie al «suo portafoglio ben bilanciato di attività stabili e in forte crescita, alla scalabilità dei suoi business e alle sinergie fra brand». Le azioni di Lvmh ieri hanno chiuso sulla piazza di parigi in rialzo dello 0,78% a 232,2 euro, portando il saldo da inizio anno in positivo del 27,72 per cento.
© Riproduzione riservata