Cme Group intende quotare entro il 2017 future di bitcoin. I prezzi della criptovaluta hanno reagito spingendosi a nuovi livelli record sopra i 6.400 dollari. Il colosso di Borsa con sede a Chicago, numero uno del mondo sul mercato di future e opzioni, punta a lanciare i nuovi contratti nel quarto trimestre del 2017, sempre che siano superati i via libera necessari. Stando al Ceo dell'operatore di exchange, Terry Duffy, la decisione segue «l'interesse crescente dei clienti per l'evoluzione dei mercati di criptovalute».
L'annuncio di Cme Group, tuttavia, ha riacceso timori di una nuova crisi. «Non ho problemi con il bitcoin. Mi piace il concetto», ha detto a Cnbc Joe Saluzzi, di Themis Trading. «Il problema è che a Wall Street gli innovatori stanno cercando di impacchettare qualcosa mettendoci un’etichetta da derivato quando in realtà non sanno cosa c’è sotto. Mi ricorda nuovamente la crisi finanziaria» alimentata da una marea di cartolarizzazioni aventi come sottostante mutui subprime.
L'idea di Saluzzi è che così come quei mutui concessi a chi non se li poteva permettere, il valore di bitcoin potrebbe essere difficile da calcolare portando con sé rischi notevoli. A preoccuparlo ancora di più è che la mossa di Cme Group possa legittimare la criptovaluta e convincere i regolatori ad approvare un elenco crescente di richieste di Etf con sottostante appunto bitcoin (fra le altre la proposta dei gemelli Cameron e Tyler Winklevoss - quelli a cui sarebbe sfuggita di mano la situazione ai tempi della nascita di Facebook, poi trasformato in un impero dall’ex socio Mark Zuckerberg - è stata bocciata).
“Il problema è che a Wall Street gli innovatori stanno cercando di impacchettare qualcosa mettendoci un’etichetta da derivato quando in realtà non sanno cosa c’è sotto. Mi ricorda nuovamente la crisi finanziaria”
Joe Saluzzi, di Themis Trading
Vista la popolarità degli Etf, il rischio associato alla valuta digitale arriverebbe anche agli investitori mainstream. Saluzzi è l'ultimo ad avere lanciato l'allarme sul bitcoin. Per Jamie Dimon, ceo di JP Morgan Chase, è una frode. Secondo Laurence Fink, numero uno di BlackRock, è un «indice del riciclaggio di denaro». Per il principe saudita Alwaleed bin Talal è come Enron, la società energetica collassata nel 2001 e diventata simbolo di uno dei peggiori scandali contabili degli Usa.
© Riproduzione riservata