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Apple-Samsung, sfida sui servizi

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Apple-Samsung, sfida sui servizi

Apple e Samsung sono concorrenti molto particolari: mentre il titolo dell’azienda di Cupertino corre a Wall Street superando i 900 miliardi di dollari di capitalizzazione grazie ai risultati migliori delle attese comunicati ieri e, ancora di più, alle stime positive e alle code fuori dai negozi per il nuovo iPhone X, che ha debuttato ieri in 56 Paesi tra cui l’Italia, i (nuovi) vertici dell’azienda coreana si fregano le mani.

Questo perché una delle caratteristiche dei nuovi iPhone, che li distingue dai modelli precedenti, è lo schermo Oled, che Apple compra proprio da Samsung. Secondo una società di ricerca interpellata dal Wall Street Journal, i coreani guadagnano 110 dollari per ogni iPhone X venduto. Il che potrebbe tradursi in qualcosa come 14 miliardi di dollari di fatturato aggiuntivo in due anni, secondo la loro proiezione.

Questo dice molto della differenza tra le due aziende. In termini di ricavi trimestrali si assomigliano: negli ultimi tre mesi Apple ha fatto 52,5 miliardi di dollari contro i 55 di Samsung. L’utile netto è di 10,7 miliardi per gli americani, contro 9,9 dei coreani. La composizione è però molto diversa. Per quanto Samsung sia l’azienda che vende più smartphone al mondo, non è quella la sua parte più profittevole, anzi. Su ricavi per 24,3 miliardi di dollari (meno della metà del totale), la divisione mobile porta meno di 3 miliardi di dollari di utile. Circa un anno fa una ricerca di Strategy Analytics sottolineava come oltre il 90% dei profitti negli smartphone andasse a Apple: in questo segmento fa ricavi per 29 miliardi di dollari, ben oltre la metà del fatturato anche se fino a pochi trimestri fa valeva i due terzi del totale. L’«iPhone-dipendenza» resta, anche se meno evidente, e forse tornerà a rafforzarsi se i risultati di vendita di iPhone X saranno eccezionali come sembra.

La parte dove Apple sta però dando dei segnali di diversificazione interessanti è quella dei servizi (app, musica, giochi, Apple Pay, Apple Care, iCloud): ieri per la prima volta hanno raggiunto 8,5 miliardi di dollari (+34% su anno). Se fosse un'azienda autonoma, avrebbe le dimensioni per stare nella top 100 di Fortune. Va detto che i servizi sono strettamente legati all’hardware: funzionano solo sui prodotti di Apple, anzi sono una delle sue fortune, nel rapporto esclusivo e integrato con l’hardware. Samsung, e con essa tutti gli smartphone Android, riescono a valorizzare molto meno questo versante in quanto generalmente nelle mani di Google, che fa il sistema operativo, il negozio di applicazioni, il cloud, la musica.

Per Samsung, che oggi capitalizza in Borsa l’equivalente di 325 miliardi di dollari e da inizio anno ha guadagnato sul listino oltre il 56 per cento, non è un grosso problema. Oltre alla divisione tv ed elettronica di consumo, che ha bassa marginalità e andamento stabile, a farla volare sono i componenti. Ovvero pezzi di tecnologia che l’azienda coreana vende ad altri produttori di pc, tablet, smartphone. Sono soprattutto semiconduttori e memorie: valgono circa 18 miliardi di dollari, e poco meno della metà sono utili.

E poi i display: 7,4 miliardi di dollari di ricavi nell'ultimo trimestre. L’azienda si aspetta che la crescita possa continuare nel 2018 specialmente grazie al business dei componenti, in particolare le vendite dei display Oled. Come quello di iPhone X.

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