Tecnologia

Android compie 10 anni. Ecco come Google ha conquistato il mercato mobile

  • Abbonati
  • Accedi
Sistemi operativi

Android compie 10 anni. Ecco come Google ha conquistato il mercato mobile

Il sistema operativo per telefonini e tablet veniva presentato ufficialmente il 5 novembre 2007 e arrivò a bordo del primo smartphone un anno dopo. Android festeggia dunque il suo decimo compleanno e si può ben dire che, per il colosso di Mountain View, è stata una scommessa vinta. La mossa di acquistare nel 2005 la startup fondata da Andy Rubin per 50 milioni di dollari è forse uno dei più importanti (e redditizi) investimenti operati in campo tecnologico negli ultimi 20 anni. Oggi il software del robottino verde è utilizzato su circa due miliardi di dispositivi nel mondo (circa il 65% del totale) ed è installato su oltre l'80% degli smartphone in attività sul pianeta. Fra i suoi tanti primati quello di aver superato quest'anno anche Windows quale sistema operativo più utilizzato per accedere a Internet. Il suo futuro? È fatto di intelligenza artificiale e mercati emergenti.
L'intuizione di Andy Rubin

Nell'ottobre 2003 Andy Rubin e Rich Miner (cofondatori di Danger), supportati da Nick Sears (vicepresidente di T-Mobile) e Chris White, fondarono la Android Inc. per dare vita (parole di Rubin) a «… dispositivi mobili più consapevoli della posizione e delle preferenze del loro proprietario». Compiuto il primo passo nella direzione di rendere più intelligente il telefonino, la svolta arriva il 17 agosto 2005, quando Google perfeziona l'acquisito della startup nell'ambito della propria strategia di entrare nel mercato della telefonia cellulare. Rubin (che ha lasciato nel 2013 il timone di Android a Sundar Pichai) e il suo team iniziano a lavorare allo sviluppo di un sistema operativo basato su kernel Linux.

Il primo telefono androide? Era taiwanese
Il debutto ufficiale è datato 5 novembre 2007 e si materializza sotto il cappello della neonata Open Handset Alliance, un consorzio di aziende tecnologiche che includeva, oltre a Google, produttori di smartphone come Htc e Samsung, operatori di telefonia mobile come Sprint Nextel e T-Mobile e produttori di microchip come Qualcomm e Texas Instruments. Il primo dispositivo equipaggiato con Android lanciato sul mercato, in abbinamento al negozio di applicazioni Android Market (poi diventato Play Store), fu l'Htc Dream. Era il 22 ottobre del 2008.

La chiave della strategia: le alleanze con gli hardware vendor

A differenza della grande rivale Apple e del suo ecosistema “blindato”, il punto di forza di Android è sempre stata la collaborazione stretta da Google con i produttori di smartphone a tablet, da Samsung e Huawei ai vendor di seconda e terza fascia. L'idea di poter funzionare su apparecchi di più produttori fu vincente per abbattere via via l'egemonia di Symbian (ai tempi il software più diffuso, a cavallo dei telefonini Nokia) e confinare ai margini le piattaforme di Microsoft (Windows Phone) e BlackBerry. Apple, che nel 2017 portava sul mercato il suo primo iPhone, è rimasta di fatto, con il suo iOs, l'unica piattaforma mobile alternativa ad Android. Per anni si è discusso su uno dei suoi limiti principali, quello dell'estrema frammentazione. A Mountain View hanno via via corretto il tiro, standardizzando quanto più possibile e perseguendo sempre e comunque la logica di un sistema aperto che ne ha caratterizzato il debutto.

Le otto versioni “dolci” della piattaforma

Tecnicamente parlando, Android è una distribuzione embedded Linux distribuito con licenza libera Apache, che consente di modificare e distribuire liberamente il codice sorgente, ed è stato sviluppato con un uso massiccio di software scritto in linguaggio Java. Nasce per operare su smartphone e tablet ma si apre via via, con interfacce utente sviluppate ad hoc, al mondo dei televisori (con Android Tv), delle automobili (Android Auto) e i dispositivi indossabili (Android Wear). Dopo le release 1.0 e 1.1, ogni nuova versione della piattaforma ha seguito una precisa convenzione alfabetica, utilizzato nomi di dolci: la 1.5 Cupcake, la 1.6 Donut, la 2.1 Eclair, la 2.2 Froyo, la 2.3 Gingerbread, la 3.0 Honeycomb, la 4.0 Ice Cream Sandwich, la 4.1 Jelly Bean, la 4.4 Kit Kat (in seguito ad un accordo con la Nestlé) e la 5.0 Lollipop. Il 5 ottobre 2015 arriva la release 6.0, Marshmallow, il 22 agosto 2016 entra in campo la 7.0 Nougat. Il 22 agosto 2017 viene presentato Android 8.0, Oreo.

Le principali doti di Android 8 Oreo

L'ottava versione del sistema operativo mobile di Google sarà chiamata a scontrarsi con iOS 11. Intelligenza, velocità di elaborazione, sicurezza e fluidità di utilizzo sono i cardini che hanno accompagnato la presentazione del nuovo software lo scorso agosto, fra le cui novità più importanti spicca la funzione picture-in-picture che renderà molto semplice passare da un'attività ad un'altra, visualizzando due applicazioni simultaneamente (per esempio un video su YouTube e l'app per prendere appunti). Il Google Play Protect, invece, è lo strumento deputato ad elevare sostanzialmente la protezione contro i malware. La disponibilità della nuova release, i cui codici sorgente sono già stati rilasciati attraverso Android Open Source Project, sugli smartphone top di gamma delle varie Samsung, Lg, Htc, Motorola, Sony e Nokia dovrebbe completarsi entro la fine dell'anno.

La nuova frontiera si chiama intelligenza artificiale
Il Mate 10 Pro di Huawei è uno dei primi smartphone ad installare l'ultima versione di Android e punta tutto sulle capacità (per il momento concentrate soprattutto nella fotocamera) di intelligenza artificiale gestite dal chip proprietario Kirin 970, il motore neurale del telefono. Con i nuovi Pixel 2, anche Google punta dichiaratamente sulla componente AI e mette l'accento sulle doti di intelligenza che miglioreranno ulteriormente i servizi di traduzione o le funzioni dell'assistente vocale.

© Riproduzione riservata